A fine ottobre è uscito l’ultimo libro di Massimo Lugli, che Corrado Augias definisce”uno dei migliori cronisti-segugi al lavoro a Roma”. Dopo aver lavorato per anni a “Paese sera”, Lugli, che dal 1975 si occupa di cronaca nera, è oggi inviato speciale de “La Repubblica”. In “Il giallo Pasolini”, la cui trama è davvero avvincente, sembra esserci allora più di qualche elemento autobiografico. La mattina del 2 novembre 1975 il corpo martoriato di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato vicino alle baracche dell’idroscalo di Ostia. Marco Corvino, praticante di “Paese Sera”, grande ammiratore dello scrittore, è sconvolto dalla notizia. Vorrebbe occuparsene per il giornale ma è ancora alle prime armi e nessuno gli dà credito. Tuttavia il giovane cronista non si dà per vinto: decide di lanciarsi in un’inchiesta solitaria e non autorizzata che lo porterà a scoprire i tanti lati oscuri della vicenda e le incongruenze della versione ufficiale. Ancora oggi, infatti, quell’omicidio rimane una pagina oscura della storia italiana.
La vicenda è narrata dal protagonista in prima persona e questo conferisce al racconto e alla narrazione il giusto pathos, garantendo il coinvolgimento del lettore. Il linguaggio è limpido e asciutto, quotidiano e colloquiale tanto da riservare anche qualche sconfinamento nelle battute più colorite. Ancora, questo romanzo noir ha la particolarità di far percepire le idee e le intuizioni del giovane giornalista proprio come se ci si trovasse dentro i meccanismi della sua mente, sempre in attività. Appassionante.