“Le due più grandi sventure nella vita sono una cattiva salute e una cattiva coscienza”;
Lev Tolstoj
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Articolo 32, comma 1, Costituzione italiana: “chi ha voluto l’articolo 32 della Costituzione, lo ha fatto immaginando un sistema sanitario vasto e inclusivo. E costoso. Ma quanto costoso?”.
Vengono così introdotte le questioni del Sistema Sanitario Italiano in Salute spa di Francesco Carraro e Massimo Quezel. Sebbene il nostro sistema sanitario nazionale risulti tra i primi posti nelle classifiche accreditate, sussistono dei limiti, delle falle, come i danni colposamente procurati dalle stesse strutture o l’inefficienza nella gestione delle risorse pubbliche destinate la SSN e le rispettive soluzioni fuorvianti del sistema assicurativo.
Come ripreso dal libro della Chairelettere editore : “la prima regola di un delitto perfetto è inquinare la scena del crimine, confondere, depistare. Da qualche anno i media hanno preso a raccontare una storia angosciante, a tratti persino horror: la storia della malasanità italiana partire dal gennaio del 1948, quando l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana ha sancito il diritto alla salute per ogni cittadino, il mondo della sanità italiana ha conosciuto grandi mutamenti, andando incontro a fasi alterne di successi e scandali”.
Le numerose soluzioni, la riorganizzazione delle ASL e la riforma del SSN con la creazione di un vero e proprio mercato delle prestazioni sanitarie con acquirenti e venditori ha prodotto un effetto boomerang su quello che doveva essere l’atto di “efficientare” : “si scrive efficientare, si legge tagliare” osservano gli autori. Tali misure , eppure, sono andate controcorrente: non hanno elevato il livello di efficienza ma di competitività. Hanno incentivato le dinamiche di mercato spostando le prestazioni dal pubblico al privato, sempre di più. Vengono descritti i cavilli dell’incoerente privatizzazione delle prestazioni sanitarie che, in realtà, fondano un diritto costituzionale. Alla faccia dell’art 32!