Un killer anomalo confessa i suoi delitti. Avvincente e insieme inquietante il nuovo romanzo thriller di Davide Buzzi.

Un killer anomalo confessa i suoi delitti. Avvincente e insieme inquietante il nuovo romanzo thriller di Davide Buzzi.

E’ complesso e articolato il romanzo di Davide Buzzi uscito in libreria lo scorso febbraio.

Già il titolo ci introduce alla complessità della trama: “Memoriale di un anomalo omicida seriale”.

L’autore immagina che a stendere questo racconto a tratti intimistico, sia lo stesso killer con l’aiuto del suo avvocato, tale Giuseppe Cortesi, definito già Procuratore pubblico della Repubblica e del Cantone Ticino, cui l’autore affida, annotandolo in copertina, la supervisione della narrazione, rimasta incmpiuta, si dice, per la morte a causa di un cancro del protagonista.

Ma chi è Antonio Scalonesi? Un affermato mediatore immobiliare, riservato e preciso, e uno sportivo con alle spalle una discreta carriera di ciclista d’elite, oppure un assassino dotato di un’intelligenza decisamente al di sopra della media, un killer spietato e calcolatore? Sarà lui stesso a raccontarcelo attraverso le pagine di questo memoriale. Sarà lui stesso a rivelarci come la curiosità e la sete di vendetta possono condurre un uomo apparentemente pacifico al di là di ogni confine morale, senza provare alcun pentimento per i crimini compiuti.

Fin dalle prime pagine la narrazione avvince, anche se lo stile stenta a decollare per fluidità, ma i contenuti tengono col fiato sospeso e le pagine si girano velocemente.

Interessante l’introduzione che di certo cattura l’attenzione e dice di una costruzione della trama articolata e capace di invogliare alla lettura. Si legge infatti: “Gli eventi descritti in questo memo-

riale hanno avuto luogo in Svizzera, Francia e Italia lungo un periodo di tempo di poco più di cinque anni, fra il 2004 e il 2010. Essi sono il frutto della testimonianza diretta rilasciata dall’omicida seriale Antonio Scalonesi. Su richiesta dei parenti delle vittime e nel rispetto dei morti, i nomi delle persone e di alcuni luoghi dove si sono svolti i fatti sono stati cambiati.

Il resto è stato narrato esattamente come è avvenuto”.

Ma è più di tutto la citazione posta come apertura del libro, a mò di dedica o riferimento e guida per la scrittura e quindi anche per la lettura, che fa pensare, stimolando una riflessione che si spinge ben oltre la “sordida” curiosità voyeuristica che a tratti potrebbe sollecitare il lettore. “Ci sono storie che sono troppo vere per essere raccontate…da La regola del gioco di Michael Cuesta”. Così vi è un esplicito richiamo ad un film del 2014, distribuito da Focus Features, mentre il romanzo è edito da 96 rue de-La-Fontaine Edizioni per la collana “Il lato inesplorato”

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