Chissà com’è mogio, lassù, William Penn, il quacchero inglese fondatore della Pennsylvania, la cui statua troneggia, gigantesca e un po’ inquietante, su Filadelfia, la capitale dello Stato e la città che vide la nascita degli Stati Uniti d’America e della loro Costituzione. Ricorre il 300° anniversario della sua morte e, negli Usa, il presidente è un sovranista isolazionista, Donald Trump, che rifugge dal multilateralismo, mentre nell’Ue sovranisti e populisti, nazionalisti e xenofobi hanno il vento dei sondaggi nelle vele delle elezioni europee del maggio 2019.
Tre secoli dopo, le idee e i lasciti di Penn sembrano accantonati, un po’ come il suo anniversario, che nessuno, o quasi, ricorda: neppure io me ne sarei ricordato, se il professor Francesco Gui, fede-ralista, storico e fondatore ed animatore di Università per l’Europa, un’associazione di docenti ‘eu-ropeisti’, non ce l’avesse ricordato.
A William Penn si deve il primo preveggente progetto di un Parlamento europeo elettivo, oltre che l’intuizione delle potenzialità delle ‘colonie’ americane. A questo pioniere dell’integrazione, di qua e di là dell’Atlantico, l’Università per l’Europa dedica martedì 16 ottobre una giornata di studi per metterne a fuoco la molteplice attualità: Penn fu ‘padre fondatore’ del pacifismo, del federalismo e della disobbedienza civile.
I lavori si svolgeranno al mattino, dalle 10.00, nell’aula degli Organi collegiali del Rettorato della Sapienza, a piazzale Aldo Moro, a Roma: saranno aperti da un indirizzo di saluto del rettore Eugenio Gaudio, e proseguiranno con interventi di docenti e specialisti americani, britannici e italiani, fra cui i professori Andrew Murphy, Daniele Archibugi, Peter Van den Dungen, Andrew Lane. A seguire, nel pomeriggio, ci sarà un seminario presso la Biblioteca della Camera, con la partecipazione dei relatori, di rappresentanti delle altre università romane e di istituzioni culturali diverse.
Ad aiutarci di ricordare chi era e che cosa ci ha lasciato in eredità ideale e culturale William Penn è Giacomo Mazzei, dottorando di ricerca alla Sapienza, autore di un ritratto dell’uomo che si può leggere su questa pagina Facebook https://www.facebook.com/spinelliforce/. “Il suo Discorso intorno alla pace presente e futura dell’Europa”, eloquente e dettagliato appello all’Istituzione d’una dieta, parlamento, o stati generali europei, merita . Scrive fra l’altro Mazzei – di essere riscoperto e valo-rizzato come una pietra miliare nella storia del pensiero pacifista e federalista. Pubblicato nel lontano 1693 e scritto da un uomo la cui figura è intimamente legata sia alla storia europea che a quella americana, il Discorso rappresenta una suggestiva testimonianza della comunanza di taluni valori profondamente radicati su entrambe le sponde della Manica e dell’Atlantico, ed è per questo straordinariamente attuale”.