Le tensioni nella maggioranza di governo e nel consesso europeo, nel quale da diverse settimane si paventa l’apertura di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia, rendono i mercati in fibrillazione nei confronti del nostro Paese. Ma la crisi dell’Eurozona non si limita ai problemi quasi atavici dei nostri confini nazionali: le previsioni degli investitori internazionali nei confronti degli obiettivi decennali della BCE sono decisamente al ribasso, particolare che sta spingendo l’istituzione cardine del settore finanziario comunitario, presieduta da Mario Draghi da ormai 8 anni, a riconsiderare le proprie strategie future.
In merito a queste e altre questioni, il Corriere della Sera ha raggiunto Luis de Guindos Jurado, vicepresidente della Banca Centrale Europea, per un’intervista dai toni sì severi, ma distensivi nei confronti dell’Italia. Il numero due di BCE ha difeso le strategie presenti della banca, rimarcando come «le aspettative sono rimaste stabili. […] Se ci sarà un ulteriore calo significativo dell’attività economica, un cristallizzarsi dei rischi al ribasso che abbiamo indicato […] siamo completamente pronti a reagire. […] Se ci sarà un ulteriore deterioramento, a quel punto reagiremo». Jurado, che è stato anche Ministro dell’Economia della Spagna, non si è soffermato al confronto fra i due Paesi dal punto di vista del semplice dato economico del differenziale dei Titoli di Stato, sottolineando piuttosto che la vera differenza fra i due Stati sia da rintracciare sulla crescita molto bassa del PIL del Bel Paese. Secondo la sua opinione «ci [sono] due elementi. Il primo è il livello estremamente alto di debito pubblico […]. Secondo, c’è un problema di riforme strutturali. Ma nell’economia italiana ci sono pro e contro. I contro sono una crescita lenta, il debito pubblico, una mancanza di riforme strutturali e dunque una bassa crescita della produttività. Ma l’Italia ha anche dei vantaggi […]. Il primo è che ha un surplus di partite correnti, nel complesso degli scambi con il resto del mondo […] e questo riduce la vulnerabilità dell’economia. E quando si guarda alla situazione di bilancio nel tempo, non è stata male».
Secondo l’economista iberico, tutto ciò che il governo italiano dovrebbe fare per invertire la rotta è rimodulare gli obiettivi dell’agenda economica, in modo tale da evitare l’utilizzo di strumenti come i tanto vituperati Mini-Bot: «stiamo parlando di fiducia e incertezza in tempi difficili, credo che quest’idea di discutere i mini-Bot sia stata un errore. Draghi ha detto che se fosse una moneta legalmente utilizzabile, sarebbe illegale e che se fosse debito, allora accumulerebbe ancora più debito. Dal mio punto di vista, la conseguenza peggiore è che […] distrugge la fiducia».
L’intervista integrale è su: https://www.corriere.it/economia/finanza/19_giugno_15/vicepresidente-bce-de-guindos-il-vostro-debito-pubblico-spada-damocle-ma-avete-punti-forza-677ebc8c-8fb0-11e9-88d7-b66be71f5fe3.shtml