25 anni di Forza Italia: ancora tra i protagonisti?

Il Congresso mondiale della famiglia non è stato l’unico evento di rilievo della scorso fine settimana: non è infatti passata inosservata la celebrazione dei venticinque anni dalla nascita di Forza Italia. Dal palco del Palazzo dei Congressi all’Eur, Roma, numerosi gli interventi che hanno condotto l’Assemblea degli eletti, a cinque lustri di distanza dalla vittoria elettorale del 1994.

Berlusconi e soci hanno presentato, quasi contemporaneamente al Partito democratico, il simbolo con il quale concorreranno alle prossime elezioni europee: l’ex premier ritornerà ad essere capolista. È assolutamente lecito chiedersi quale possa essere il peso politico di Forza Italia non solo dopo venticinque anni di “sultanato” berlusconiano, ma anche all’interno degli attuali equilibri del Bel Paese.

Fino a poco tempo fa, a Berlusconi interdetto e populismo dilagante, in molti avevano pensato alla possibile ascesa di un delfino all’interno di un partito che, per sua struttura e natura, ha sempre mantenuto un carattere personalistico. Per un certo periodo si è ritenuto che questo ruolo potesse essere ricoperto da Giovanni Toti, presidente della Liguria e portabandiera della corrente “più berlusconiana” nella fase di momentaneo ritiro dell’ex Cavaliere.

Berlusconi, però, è tornato: Toti è rimasto al suo posto, e addirittura oggi sembra essere Tajani – fresco dell’aggiunta al suo curriculum dell’esperienza al Parlamento europeo – uno dei più vicini in assoluto al boss. Un centrodestra berlusconiano può ancora vincere (e convincere) a distanza di venticinque anni? Negli anni l’imprenditore milanese è passato – nell’immaginario collettivo – da elemento dirompente a parte dell’establishment, e non si può più parlare di una “novità”. Molto, per la Forza Italia di oggi, sta nelle alleanze e nel modo in cui vengono mantenute.

Il riferimento è ovviamente a Fratelli d’Italia e alla Lega: i due partiti, più vicini ideologicamente tra loro che non a Berlusconi e compagni, hanno saputo far fronte comune nel momento del bisogno. Se l’alleanza è saltata clamorosamente alle elezioni politiche, è stata però mantenuta con successo nelle più recenti tornate regionali: dopo Abruzzo, Sardegna e Basilicata, sembra in procinto di rimanere tale anche per quanto riguarda il Piemonte.

È ancora presto per prevedere lo status quo alla vigilia delle prossime elezioni nazionali, ma Forza Italia sembra rimanere in carreggiata. Berlusconi non è morto, nonostante gli acciacchi si facciano sentire; ciò che appare incerto, e oggi – come sempre – improbabile è che il partito riesca in futuro a sopravvivere al suo fondatore.

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