Polemiche “di famiglia”: dal congresso di Verona al ddl Pillon

A giudicare dalle news giunte in giornata di lunedì, sembra che la più recente polarizzazione del pubblico dibattito italiano non accennerà, almeno per un po’, ad arrestarsi. Il contesto, ovviamente, è quello del tema di famiglia e della benzina che continua ad essere versata sul fuoco in questi giorni da entrambi gli schieramenti.

Il congresso di Verona è stato controverso come ci si sarebbe aspettato alla vigilia: tanto che tra le fila dei critici del Wcf, per un motivo o per l’altro, vanno annoverati perfino personaggi insospettabili quali Mario Adinolfi e Papa Francesco – e con quest’ultimo la linea politica del Vaticano. La frangia oltranzista del congresso pro-vita, svoltosi lo scorso fine settimana nella città veneta, appare perciò non solo contestata dagli oppositori “ideologici”, che hanno partecipato a un corteo di contro-manifestazione parallelo al congresso, ma anche da chi normalmente celebra l’approccio conservatore al diritto di famiglia.

Le tensioni – o, quantomeno, le prese di posizione – non sono mancate nemmeno all’interno del governo: la scissione ideologica tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio è stata evidente anche in questo caso, non senza parole forti da una parte e dall’altra. Se Libero ha titolato “Salvini con le famiglie, Di Maio con i gay”, quest’ultimo ha definito la destra di Verona quella “degli sfigati, […] con stile medievale e con odio”.

I risultati politici, nonostante il richiamo alla calma sia all’ordine del giorno, non tardano a vedersi. In particolar modo, oggetto interessante della questione è il cosiddetto disegno di legge 735, o “ddl Pillon” dal nome del senatore leghista che l’ha proposto. Il ddl intende modificare la legislazione relativa al divorzio e all’affidamento dei figli. Si tratta di un disegno controverso, tanto da attirare l’attenzione delle Nazioni Unite: l’ONU, in una lettera, ha dichiarato che l’approvazione del ddl Pillon causerebbe discriminazione verso le donne e i bambini vittima di violenza, e che renderebbe il divorzio più complicato e oneroso per chi non può permetterselo.

La guerra del weekend arriva quindi, ora, sul piano legislativo: Vincenzo Spadafora, sottosegretario alla presidenza del consiglio (M5S), ha annunciato in giornata di lunedì l’archiviazione del ddl Pillon, che “non andrà mai in aula”. Proprio Pillon è stato fra gli organizzatori e i sostenitori più accesi del congresso di Verona. Salvini, che su quel palco ha sostenuto il compagno di partito, commenta oggi deluso perché il testo, a suo dire, “è un buon punto di partenza”. Il Wcf è concluso, sì, ma probabilmente la polemica vera e propria sul nuovo diritto di famiglia deve ancora iniziare.

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