“Nunc est bibendum”: “Ora bisogna bere”. Questo affermava Orazio nella sua famosa ode di esultanza per la morte di Cleopatra, che segnava la fine del pericolo per Roma: un evento da celebrare con abbondante vino.
Già allora, infatti, ai tempi dei romani, il nettare di Bacco ricopriva un aspetto importante nella vita di tutti i giorni e ancora oggi nulla è più adatto di un buon calice per celebrare un momento importante. Così la pensa anche Alessio Carati, sommelier del ristorante l’Antico Arco della Capitale, un locale elegantissimo dove il nostro giovane coppiere ha potuto fare della passione per il vino di qualità, la sua professione.
Classe 1995, Carati si appassiona al mondo del vino quasi per caso: dopo la scuola alberghiera e la specializzazione in cucina, infatti, amico riceve in dono da un caro amico il corso da sommelier ed è amore a prima vista. Nel 2018 entra a far parte dell’Antico Arco di Roma, ristorante situato sulla sommità del Gianicolo, vicino alla vista più bella di Roma e da gennaio di quest’anno ne è il primo sommelier, curando la selezione per la carta dei vini.
“Quelli che preferisco sono i Riesling austriaci – racconta Alessio Carati – ma la cantina del nostro ristorante ha 1.200 etichette, prevalentemente italiane, ma non solo: abbiamo infatti anche etichette dell’America e del Sud Africa, oltre ai vini alla mescita”.
Tra le recenti chicche introdotte dall’Antico Arco, Alessio ne cita un in particolare: il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc classico superiore, prodotto dalla Fattoria Nanni, nel cuore delle Marche; un bianco strutturato, dal profumo, intenso, fine, delicatamente aromatico, che si ascrive al mondo floreale con sentori di ginestra. Per quanto riguarda i rossi, invece, la sua attenzione si sposta sul Montepulciano d’Abruzzo Riserva Marina Cvetic, dalla cantina Masciarelli: un vino rosso fermo il cui vitigno è costituito da 100% Montepulciano.
Il top delle proposte, però, resta sempre il Romanee-Conti Gran Cru, che ha un prezzo in carta di ben 7900 euro: uno dei vini migliori al mondo e tra i più costosi, con un forte bouquet di violetta, mescolato ad un intrigante profumo di ciliegia. Si tratta di una AOC (Appellation d’origine contrôlée), proveniente dalla sotto regione Côte de Nuits, in Borgogna: probabilmente la zona al mondo in cui il vitigno Pinot nero si esprime al meglio delle sue potenzialità.
Viaggiare per aziende e non solo: Alessio infatti ci racconta della sua predilezione per il confronto con gli altri professionisti della ristorazione. “Mi piace girare per ristoranti – ci spiega Alessio – per vedere come lavorano gli altri e capire cosa li circonda: l’ambientazione, infatti, per me è un fattore decisivo.”
Tutto ciò che si apprende dagli altri colleghi è uno spunto per migliorarsi giorno dopo giorno e offrire un servizio di sempre maggior qualità ai propri clienti: “Mi interessa comprendere i miei clienti e riuscire a entrare nella loro psicologia, per suggerire i piatti e gli abbinamenti più adatti – ci racconta il giovane sommelier, che poi aggiunge – è con questo intento che organizziamo le degustazioni mensili, dove gli ospiti possono conoscere etichette selezionate e accompagnate da un menù dedicato. Adesso vediamo un interesse crescente nei confronti dei rosati, soprattutto da parte dei clienti non italiani. Un vino ideale, per questo momento di ripartenza, è senz’altro il Franciacorta: un metodo classico che ben si adatta alla nostra voglia di ricominciare in tutta sicurezza”.
Bollicine, dunque, anche per esorcizzare un anno bisesto dal sapore bisesto, con l’augurio di poter tornare quanto prima ad abbracciarci, sorridere e degustare in compagnia: si, è davvero il momento di bere!