Antonio Satriano Casola, da Positano alle Dolomiti nel nome del sapore

Antonio Satriano Casola è originario di uno dei posti più belli d’Italia, quelli che tutto il mondo ci invidia. Classe ’94, nato a Piano di Sorrento, è cresciuto e lavora a Positano, la perla della costiera amalfitana più amata dai Vip. Essere chef in un posto così significa dover garantire elevati standard di qualità non soltanto per il luogo in cui si esercita la professione, ma per l’intera comunità. Tutto a Positano è e deve essere il top del top: accoglienza, dettagli, strutture ricettive e, naturalmente, il cibo. Fare qui la gavetta da cuoco prepara a volere il meglio ovunque la vita conduca ad esercitare il mestiere.

Antonio lo sa bene, fin da quando nasce in lui la passione per la cucina, prima aiutando i suoi genitori, fino ad arrivare a comprendere che il suo futuro era ai fornelli.

«Fin da subito ho iniziato a lanciarmi, provando e sperimentando piatti con i sapori e i prodotti della mia terra – ci racconta – All’età di 15 anni ho scelto la mia professione. Mi sono iscritto all’ istituto alberghiero di Maiori, dove ho capito davvero, studiando la teoria e applicandomi nella pratica, cosa significa essere chef».

Praticamente in contemporanea con gli studi, quindi non senza sacrifici, Antonio inizia anche a lavorare all’Hotel 5 Stelle Covo dei Saraceni crescendo di anno in anno fino ad arrivare alla qualifica di Chef Capo partita. Dopo 7 anni si cambia. Passata un’esperienza a Liverpool ritorna in Campania, questa volta a Sorrento, sempre in un 5 Stelle, il Grande Hotel Royal. Fino ad oggi che, all’età di appena 25 anni, Satriano Casola ha compiuto un vero e proprio salto, sia geografico che professionale, ed è chef del ristorante Il Rifugio Burz, ad Arabba di Livinallongo del Col di Lana, sulle Dolomiti.

Al Rifugio Burz si prepara una cucina fatta piatti della tradizione e prodotti a chilometro zero, si scelgono con cura le materie prime e non manca un’attenzione particolare ai menu dedicati ai bambini o ai celiaci. Antonio, con il suo bagaglio professionale, è diventato uno dei cuochi di punta di questa bellissima realtà incorniciata tra le montagne e non manca di aggiungere sempre un tocco di “Campania” alle sue creazioni. Le preferite dagli ospiti? Millefoglie di zucca,porcini e riduzione di formaggio locale; polenta, sfere di pastin e finferli croccanti; raviolone ripieno di bufala, speck ed erba cipollina su crema di formaggio di malga arrostito e mirtilli. Sapori decisi, ingredienti riconoscibili per piatti saporiti. Per il giovane cuoco l’origine delle materie prime è fondamentale: «Ho bisogno di conoscere la storia di un alimento. Devo sapere da dove viene. Devo immaginarmi le mani che hanno coltivato e lavorato. Solo dopo decido come prepararlo».

Ama definire la sua cucina “pulita e sincera”: «Il mio obiettivo è quello di portare a tavola, attraverso i miei piatti, dei ricordi legati alla nostra tradizione con un tocco di innovazione, ma senza stravolgere. Infatti il complimento che più mi viene rivolto è quello di preparare una cucina molto tipica della mia terra, fatta di sapori semplici e genuini con ingredienti di qualità». Eppure, nonostante le lodi, Antonio non si monta la testa: «Quando si cucina col cuore le belle parole arrivano sempre, ma ovviamente vanno accettate anche le critiche perché aiutano a migliorare».

Per quello che è diventato oggi, ringrazia tutti gli chef per i quali ha avuto l’onore di lavorare, che hanno contribuito alla sua crescita, pur mantenendo in Massimo Bottura una fonte di ispirazione.

Cosa c’è nel futuro di Antonio Satriano Casola? «Aprire un ristorante tutto mio insieme a mia moglie e puntare sempre più in alto».

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