Il Verdicchio, elegante e strutturato vino bianco marchigiano, sta facendo parlare di sé non solo per lo straordinario livello qualitativo raggiunto, ma anche per l’azione di marketing intrapresa dai produttori di Matelica, che li sta portando a sciogliersi dal nome del vitigno, per portare in auge esclusivamente il proprio areale di produzione.
Areale in cui spiccano le Cantine Belisario, il principale produttore della zona con oltre 300 ettari vitati ed una cantina capace di produrre oltre 30.000 ettolitri di vino all’anno; un’azienda fondata nel 1971 e che raccoglie il 70% delle uve di Verdicchio di Matelica.
Alla presidenza di questa importante realtà troviamo Antonio Centocanti, proveniente dal mondo bancario, fortemente legato al territorio e confermato nel 2019 alla presidenza anche dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini.
Uomo ambizioso ed estremamente attivo, il dottor Centocanti, come presidente IMTV, sta profondendo i suoi sforzi per dare voce anche ai piccoli produttori, aiutandoli ad investire sempre più in comunicazione; il dottore, infatti, ci spiega: “stiamo facendo tanto come territorio e Regione Marche, ma ognuno deve investire le proprie risorse al massimo – in tal senso anche la svolta legata al nuovo Brand Matelica – Siamo alla ricerca di una nostra identità e vogliamo valorizzare il nostro prodotto, altrimenti non sarà più sostenibile andare avanti: non possiamo confonderci con altri Verdicchi e vogliamo uscire dalla guerra dei prezzi.”
Un’azione forte quella intrapresa dai produttori di Matelica, per mettere il territorio, anziché il vitigno, al centro: “il nostro Verdicchio, fatto a Matelica, è concretamente diverso dagli altri perché ci troviamo in una vallata chiusa, continentale, con una forte escursione termica, che ci regala un prodotto dai profumi rotondi.”
Antonio Centocanti ha posto i valori della stabilità e dell’equilibrio come capisaldi del suo operato quotidiano, per trasmettere sicurezza e credibilità ad un comparto, quello viticolo enologico marchigiano, che ha visto crescere notevolmente i suoi costi nel tempo e che oggi è ben diverso da quello di una volta, con un livello di qualità che si è alzato tantissimo e dove la professionalità è sempre più necessaria.
Proprio grazie alle professionalità di un grande dell’enologia italiana come Roberto Potentini, dal 1990 Direttore generale della Cantina Belisario, l’azienda ha raggiunto vette altissime, come testimoniato, ad esempio, dal Verdicchio di Matelica Cambrugiano Riserva 2016, insignito dei 3 Bicchieri Gambero Rosso, dei 5 Grappoli FIS ed anche delle 4 Viti AIS.
Un Verdicchio ottenuto da uve sottoposte a criomacerazione con lo scopo di intensificare gli aromi e la struttura, per poi passare prima all’interno di botti in acciaio e poi in botti in rovere tostato; l’affinamento avviene in bottiglia per un periodo pari ad un anno, dopo il quale si può procedere con la commercializzazione. Questo complesso iter produttivo assicura al vino un patrimonio organolettico che l’ha reso famoso e apprezzato da un numero sempre più crescente di consumatori e che lo ha portato, nel 2020, a rientrare nella top ten dei migliori vini bianchi italiani e ad esser considerato una delle migliori espressioni in assoluto di Verdicchio.
L’eccellenza si costruisce in vigna ed è per questo che lo studio e le sperimentazioni continue sono più che mai necessarie: la voglia di innovare costantemente sta portando l’azienda a lavorare per riuscire ad abbattere completamente l’utilizzo di rame in vigna e ad esplorare la produzione di vini senza solfiti (con soli 6 mg/l SO2) e di prodotti a ridotto contenuto di alcol.
Traguardi inimmaginabili fino a qualche anno fa e ormai praticamente realtà, grazie al lavoro di tecnici professionisti, come quelli delle Cantine Belisario, che si spingono sempre al massimo per far si che dentro ad ogni bicchiere di vino ci sia solo il meglio e che la poesia di un territorio possa essere ascoltata, gustata e compresa in tutto il Mondo.