Terra di mare e di montagna, terra di fuoco per la presenza di un famoso vulcano, immortalato dalla penna di molti grandi scrittori e dalle immagini dei fotografi di tutto il mondo, la Campania è una delle regioni più “antiche” d’Italia, tra le più ricche di storia e tradizione. Tra le diverse forma di questa tradizione, la più conosciuta e apprezzata, anche all’estero, è quella gastronomica, che offre meravigliosi frutti della terra reperibili solo in questi luoghi, su tutti il pomodoro San Marzano e la mozzarella di bufala. Non c’è dunque da stupirsi se in un tale territorio nascano grandi interpreti della cucina, che proseguono la tradizione innovandola con il loro bagaglio di professionalità e fantasia. Uno di questi è Fabio Ometo, originario di San Giorgio a Cremano, la petit Paris, come ama chiamarla lui stesso! Il suo carattere è al contempo riservato ed estroverso, un tratto caratteristico delle personalità creative e infatti nella sua già lunga carriera (nonostante la giovane età), Fabio ha avuto l’occasione, lavorando presso importanti ditte di catering e banqueting, di sviluppare una reale passione per le innovazioni in campo culinario, pur rimanendo fedele alla tradizione che vuole Napoli città dai sapori di mare. Dunque, Ometo è riuscito ad ottenere un perfetto connubio tra tradizione, innovazione e genuinità, frutto delle molte esperienze che lo hanno visto protagonista in giro per mezza Europa, dove ha sempre cercato di promuovere la nostra eccezionale cucina e, al contempo, è venuto in contatto con sapori nuovi e insoliti. Non solo, il suo eclettismo gli ha concesso di intraprendere anche l’attività didattica e infatti, dal 2004, è docente tecnico pratico presso diversi Istituti Alberghieri. Ma la sua storia nel mondo della gastronomia, che lo ha poi portato a realizzare il suo sogno di diventare chef, è cominciata in maniera davvero avventurosa e affascinante. Infatti dopo le scuole dell’obbligo, al momento di scegliere la strada da percorrere nella vita, Fabio fu iscritto ad un Istituto Tecnico ma tale era la passione e l’amore per la cucina, trasmessagli evidentemente dall’esempio di mamma Anna e nonna Raffaella, che dopo pochi mesi decide di cambiare per iscriversi all’Istituto Alberghiero di Vico Equense. La scuola però è lontana da dove vive e inoltre i genitori cercano di scoraggiarlo, facendogli notare quanto sia stressante e faticoso il lavoro in cucina, ma Fabio ha la determinazione e la forza di quelli che sanno cosa vogliono e allora scappa, rifugiandosi da un amico per tre giorni. Tornato a casa, i genitori cominciano a prendere sul serio la sua grande passione e dunque il giovane Ometo, a costo di grandi sacrifici, intraprende il cammino che lo ha condotto allo straordinario traguardo di oggi: la cucina della prestigiosa “Villa Caracciolo”, uno dei più eleganti e rinomati ristoranti di Napoli, nel cuore del quartiere Posillipo, tra i luoghi più belli del mondo. Tra i suoi maestri ama ricordare Luigi De Martino, Antonio Tecchia e Andrea Cannavacciuolo. Questa non è stata la solita storia del giovane che riesce a farsi strada nella vita e nel mondo della gastronomia ed è stato bello raccontarla perché dimostra, più di ogni altra cosa, il grande amore di Fabio Ometo per il suo mestiere.
Manuela Pacelli