I gusti degli italiani cambiano, a tavola in particolare c’è una ricerca dei prodotti pregiati o per meglio dire meno comuni. Fra questi il salmone, i funghi, l’avocado e agrumi meno comuni come il cedro o il bergamotto che nasce dalla pianta Citrus Bergamia; il nome è di origine turca e il suo significato è “pero del Signore”. Un colore giallo intenso ed una forma rotonda racchiudono un succo ed una polpa che in cucina donano profumo a i nostri piatti.
Dal risotto ai liquori è un agrume in grado di sprigionare un aroma che nella pasticceria dà il suo meglio, nella gastronomia moderna viene utilizzato per sgrassare e profumare le ricette tradizionali. Stupendo è l’abbinamento con le alici dove il succo del bergamotto va a stemperare il sapore lievemente amaro del pesce. È un contrato il succo dell’agrume con i cibi molto carichi o forti di sapore, come la carne, specie quella di cinghiale o capriolo. Non meno interessante è il suo utilizzo nei condimenti delle insalate come aromatizzante per le salse. Anche il pompelmo negli ultimi tempi, ha discretamente aumentato il numero dei suoi consumatori, appartiene alla famiglia degli agrumi con note tropicali, simile all’arancia ha un sapore più aspro e amaro. È un agrume che si armonizza con i frutti di mare e per mio gusto personale è ottimo con i formaggi.
Ma torniamo ai carrelli della spesa ed al palato degli italiani, si registra una ricerca verso la salute ed il benessere, infatti dall’ISMEA viene evidenziato che nel 2021 c’è stato un ritorno al prodotto fresco e sfuso (+1.3%). Le spese sono meno concentrate sul volume ma c’è più ricerca nel prodotto garantito e certificato. L’avocado ha visto un incremento delle vendite del +39%, così come la frutta secca, in particolare mandorle e mirtilli (+34%). Sapori irresistibili ma salutari, semplici ma con caratteristiche uniche. La nostra cultura in fatto di tavola va anche completata con un buon vino e perché no, a fine pasto, un liquore.
Allora, visto che in questo articolo ho celebrato gli agrumi parliamo di un prodotto abruzzese, il dorato Arum, un fine pasto che risalirebbe all’antica Roma, verso i primi del ‘900 fu prodotto a livello industriale ed il poeta D’Annunzio lo definì “Oro di lieve peso”. Tutto parte dalla buccia che viene utilizzata esclusivamente esterna, viene messa in infusione con il Brandy aggiungendo il succo dell’agrume e naturalmente lo zucchero, gli si concede il tempo per far si che si armonizzino i vari gusti ed il risultato è un piacere assoluto.
La scelta selezionata di ciò che acquistiamo rende le nostre cucine “stellate”, con prodotti di primissima qualità, rispettando i tempi della natura con quello che ci dona la stagione, sono scelte a basso impatto ambientale, come del resto i prodotti a chilometro zero. L’attenzione ai metodi di produzione fino al riciclo fan sì che nulla sia sprecato. La “lavorazione” del prodotto in casa può darci risultati simili ai grandi ristoranti. Naturalmente non sostituisce il piacere della convivialità sociale e delle esperienze culinarie, ma possiamo nel nostro piccolo e nella quotidianità seguire l’esempio dei grandi chef. Siamo tutti consapevoli dell’allarme prezzi, soprattutto per alcune tipologie di beni, le materie prime o meglio definiti beni alimentari sono aumentati +1.2%. Sono proprio i prodotti più comunemente acquistati come pasta, farina, riso con +3.7%. Allora meglio poco ma buono ed imparare a riutilizzare ciò che prima, con molta facilità, si buttava nella spazzatura. La cucina è una ricerca costante e per fare nuove scoperte bisogna ripartire dal prodotto, che già in se ha una qualità, poi un’ottima svolta creativa rispettando i tempi della natura permetterà a tutti una vita più sana e un profondo rispetto delle leggi del nostro pianeta.