Se siete “a” Pesaro o “di” Pesaro, non perdetevi questo locale: GIBAS.Il padre di Stefano, Silvano Andruccioli ha rivelato il ristorante nel lontano 1978.
Il ristorante c’è da molto tempo. Dal 1978 per l’esattezza. Prima, in cucina, la chef era la mamma e il papà si occupava dell’accoglienza degli/delle ospiti. Da 11 anni, invece, a fare gli onori di casa ci pensa Stefano con i suoi collaboratori e collaboratrici.
“Ereditare” un’attività, in cui sei da sempre coinvolto/a, non significa però conservare tutto come se il tempo non fosse mai passato, come se la fotografia scattata in un istante, molti anni prima, rimanesse così, immutata, con lo scorrere del tempo.
Francesco, oltre che ristoratore, è un appassionato di filosofia occidentale e orientale. È stato a Santiago di Compostela, è stato in Nepal. La meditazione e l’introspezione sono una sua pratica. Non poteva quindi che nascere, da questo connubio, un occhio attento verso l’armonia del complesso dell’attività che svolge. Unendo i concetti di “benessere” e quello di “qualità”.
“Parlare di piatto buono o materia prima di qualità è inflazionato e sono cose scontate. La bontà deve esser tale dal punto di visto organolettico. Nutrire con bontà: pesce nostrano, ristorante quasi biologico. Eliminare i rumori del sottofondo del frigorifero; elementi e colori armonici; cura della mise en place”, dice Stefano, classe 1972.
Che significa organizzare 100 coperti, in inverso, e 190, il doppio, d’estate.
Il ristorante GIBAS è un locale tranquillo che mette l’accento sul fatto di creare un luogo di relax per tutte e tutti. Privilegia la qualità senza troppo sfarzo, con un servizio informale e accogliente. E, in tema di relax per tutte e tutti, questo comprende anche il personale che lavora nel ristorante. “Cerco sempre di non stressare i miei ragazzi/le mie ragazze, privandoli/e della loro personalità. La tensione del servizio non deve sovrastare l’armonia nel complesso”. È chiaro no? Avete mai pranzato o cenato in un ottimo ristorante, di quelli con 10 stelle, segnalati su tutte le più note guide del mondo, e, si, mangiato bene, ma vi siete trovate/i in un ambiente che non vi ha messo a vostro agio, pieno di rumori, confusione, sovrastrutture che vi hanno fatti/e sentire un po’ a disagio? Quelli in cui, già quando vi hanno portato l’antipasto, stavate guardando la porta d’ingresso, progettando una scusa per poterla imboccare e sparire velocemente alla vista di quel gran caos? Ecco. Sono sicura che dopo una sensazione come quella, avete preso in considerazione di girare pagina e di provare qualche altro posto. E GIBAS è forse il posto che fa per voi!
La filosofia orientale è molto attenta al presente, al qui e ora, il che non significa che inviti alla staticità. Anzi. L’armonia del presente aiuta a progettare e a costruire il futuro.
Sicché anche Stefano, che rimane attento osservatore dell’attuale, è comunque un inventore del prossimo futuro, ha progetti importanti per l’avvenire.
In primo luogo, aprire un altro locale, più semplice, tipo bistrot.
Anche qui, con particolare attenzione all’ambiente, all’accoglienza, al mettere a proprio agio le persone.
In secondo luogo, un progetto legato al modello di “picnic”, nel parco di San Bartolo, per immergersi, letteralmente, nella natura. C’è chi porta la natura nel locale, con piante, luci, suoni, colori, e chi, progetta di accompagnare il buon cibo con una full immersion nel verde e nell’ambiente vivo di un parco.
Francesco, è presente nel locale praticamente da smepre. Da quando a gestirlo erano i suoi genitori, Ma è anche un imprenditore lungimirante e “moderno”. Il suo ideale di lavoro si fonda sull’automatizzazione. Non nel senso di farsi sostituire dalle macchine, ma nel senso di rendere tutti/e autonomi/e e pronti/e a sostituirsi a vicenda. Il suo concetto è basato sul team building e sul coaching. Via da una concezione autoritaria di leadership per migliorare le relazioni anche all’interno del gruppo di lavoro. “Tutti/e devono essere capaci di far tutto perché l’azienda deve andare avanti anche senza di me”, dice Stefano.
E l’unico modo di andare avanti è perfezionarsi sempre di più.
Anche perché il suo “guerriero interiore” lo pungola a fare sempre qualcosa di più.
Niente di stravagante. Anzi.
Fare meglio per offrire genuinità e qualità. Quella di GIBAS è una cucina semplice, in cui riconoscere il valore del singolo ingrediente: “un piatto sincero, senza fronzoli, che porta con sé il concetto di benessere. Porzioni un po’ abbondanti: due portate già appagano”, dice con orgoglio a proposito della sua cucina.
Un percorso e un’attività che hanno una base fondamentale, senza la quale sarebbe impossibile dare corso alla ristorazione che pratica Stefano ogni giorno viene il fornitore a proporre il pesce fresco!
Da provare insomma.