Mio Padre è un Albero, un albero che dura una vita.

Lidia Antonacci e la sua terra: non è il titolo di un film o di un libro, ma il titolo di una storia che affonda le sue radici, come un grande albero, in una memoria atavica ed imperitura.

Una memoria storica che ha un nome, o meglio, un soprannome, quello di albero: l’albero, a sua volta, ha un nome, quello del padre di Lidia,Vincenzo, mentre la terra porta il nome di sua madre Ottavia; nel mezzo le radici della sua infanzia e oggi i rami del suo presente.

Sin da bambina, Lidia affondava le mani nell’odore della terra, sentiva quella schiuma scura passare tra le sue dita e quell’odore piovoso o no, umido o secco, che sapeva di terra, appunto, di appartenenza e come tale si sentiva viva.

Nata a Lucera e cresciuta a San Severo, da padre agricoltore e madre casalinga, Lidia sin da subito, pur compiendo studi universitari e laureandosi, ha appreso da figlia prima e da madre poi, che l’azienda del suo papà e soprattutto la terra sarebbe divenuta la sua seconda pelle, la sua migliore amica, la sua confidente, a cui darsi e affidare il suo io ed anche il suo business, oltre che il suo avvenire professionale.

Oggi Lidia è un’affermata imprenditrice agricola e produce olio extravergine d’oliva, seguendo gli insegnamenti paterni e dando uno slancio anche innovativo ad un’azienda che fa di un prodotto di eccellente qualità, il suo cavallo di battaglia, declinato con tutti i suoi attributi di grande fattura e bontà.

Da campagna a giardino, questo l’intento perseguito col suo lavoro, con la coltivazione della lavanda, di girasoli e tulipani, con cui deliziare ogni giorno la vista, attirare e stupire. Vivere e riempire la campagna: questo il suo obiettivo, perché, ci spiega Lidia, “le campagne sono luoghi vivi, che non bisognerebbe mai abbandonare e che non devono esser viste solo per lavorare e produrre, ma anche per evocare emozioni e trasmettere sentimenti.”

La campagna (non l’azienda agricola) riempie di bellezza e risveglia emozioni passate, da trasmettere anche attraverso il suo blog, “La casa sull’albero”, un racconto che serve sia a chi legge che a lei che, coi suoi racconta, conserva e trasmette un aspetto emozionale veramente forte ed unico.

Il principale olio prodotto da Lidia nella sua azienda è il monovarietale di Peranzana, ovviamente extravergine, ricavato da olive di media grandezza, tipiche del Nord della Puglia, in quello che è stato soprannominato “Il triangolo della Peranzana”, comprendente i comuni di San Paolo Civitate, San Severo e Torremaggiore.

L’azienda di Lidia, oggi chiamata “Mio Padre è un Albero”, era originariamente l’azienda di Vincenza Antonacci, la bisnonna di Lidia, proprietaria esclusiva dell’uliveto di Sant’Andrea, nell’agro di San Severo. 700 alberi prima ed oggi molto di più: alberi secolari e alberi più giovani, colonne portanti della vita di Lidia che, anche senza i suoi genitori, ha saputo e sa portare avanti un’eredità importante, con un’azienda che ha i suoi valori cardini nella filiera corta e nella riconoscibilità della sua terra.

Oggi, in quella che lei stessa definisce, “la sua dispensa”, troviamo tanti i prodotti: oli, sottoli, patè, conserve, farine e anche pasta… Tutto ciò che la terra generosamente regala e che lei, con il suo staff, sa far primeggiare, valorizzare e preservare.

Un pezzetto di terra è un dono, saperla conservare una virtù, saperla valorizzare oggi, una bravura di pochissimi.

Lidia è questo: un pezzetto di terra su cui da bambina giocava, con cui, da adulta, parlare e oggi farne il proprio lavoro, che svolge con passione una competenza fuori dal comune, parlando e descrivendo se stessa con la musica che forse solo le radici silenziose dell’albero sanno donare.

Potenziare l’azienda, rendendola sempre più bella e coinvolgendo le persone per condividere la sua terra con quante più persone possibili: questa la strada che Lidia intende perseguire, aprendo, ad esempio, le sue porte ai ragazzi delle scuole e non solo.Una donna imprenditrice che non dimentica le sue origini, anzi, ci torna e le vive ogni giorno, parlando con i suoi alberi, con suo padre, che è un albero, con la sua azienda e con quella parte innocente che una terra vergine sa riconoscere e che la sua azienda ci racconta ogni giorno

 

Related Posts

di
Previous Post Next Post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

0 shares