In un piccolo vicolo, vicino al palazzo del comune dell’Aquila, Rever è il sogno che le nostre papille gustative stanno aspettando di vivere.
L’entrata è quella di un palazzo, varcato il portone ci si ritrova in un piccolo cortile di pietra bianca, adornato con eleganti tavolini. In fondo, sulla destra c’è l’accesso a quella che è a tutti gli effetti la sala del ristorante.
Volte a vela, muri candidi, eleganti divani in velluto rosso e poltroncine che circondano tavoli di marmo scuro, con una raffinatissima mise en place. L’interno del ristorante è una fusione di eleganza storica e comfort moderno. Ogni dettaglio, dalla scelta degli arredi alla disposizione dello spazio, è progettato per creare un’atmosfera calda e accogliente. Questo equilibrio fa sì che gli ospiti si sentano a casa, sia che siano lì per un pasto informale che per un evento speciale. Per la ristrutturazione i proprietari si sono affidati a Eleonora Vitelozzi dello Studio Vitelozzi a Roma, mentre gli interni sono stati realizzati dagli artigiani della zona.
Rever in francese vuol dire sogno e l’aria che si respira è proprio quella di un sogno. Questo non è un semplice ristorante, ma un elegante tempio del gusto. Raffinato, caldo e accogliente.
Quando ci si siede a tavola inizia la coccola.
Ma partiamo dall’inizio.
La nascita di Rever è profondamente legata alla storia dei suoi fondatori e del luogo scelto. L’idea di aprire questo elegante ristorante è venuta naturalmente ai proprietari, Damiano Zanon e Silvia Di Pangrazio, ispirati dai loro legami familiari con la regione e dal desiderio di creare uno spazio che onori sia la storia locale che l’eccellenza culinaria.
Il ristorante si trova in un edificio storico risalente al 1400, il Palazzo di Notar Nanni, casa di Jacopo di Notar Nanni, commerciante di bestiame, seta e zafferano. La location non è stata scelta a caso: riflette la profonda connessione di Damiano, il proprietario, L’Aquila: “Sono nato qui, sono aquilano, avrei potuto aprire questo locale ovunque”, ci racconta con gli occhi che gli brillano, gli occhi di chi nutre un sincero amore per la sua terra.
L’Aquila è una città con secoli di storia sulle spalle e un passato che l’ha vista colpita dal più grande evento catastrofico che abbia mai colpito un capoluogo di regione. L’edificio che lui e la moglie hanno scelto è un testimone dello splendore architettonico del passato, meticolosamente preservato e adattato alle esigenze dell’ospitalità moderna.
Interessante è il viaggio del fondatore di Rever, che da una carriera da professionista nel calcio è passato alla gestione di un ristorante di alto livello. Dopo il ritiro dai campi di calcio, è tornato a L’Aquila, mosso dal desiderio di investire e contribuire alla sua città natale. Dalle sue parole e dal modo in cui ci racconta la storia della sua attività, legata a doppio filo a quello della sua vita e della sua famiglia, si capisce che è una persona concreta, con i piedi ben piantati a terra, che ha una visione chiara dei suoi obiettivi e che non è disposto a fare compromessi.
Questo si capisce anche solo aprendo il menu di Rever: una celebrazione del meglio che la regione Abruzzo ha da offrire, ma con uno spirito audace: la maggior parte dei piatti è di pesce. Infatti, il proprietario ci tiene a spiegarci che lui acquista tutti i giorni pesce fresco da Giulianova, una località sulla costa abruzzese, a circa un’ora dal capoluogo. Lo stesso vale per la carne, che acquista dalla macelleria boutique Gianangeli a Barisciano, un piccolo comune dell’aquilano. La filosofia qui è semplice: utilizzare gli ingredienti locali più freschi per creare piatti innovativi ma radicati nella tradizione.
Il menù offre sapori più tipici, come il risotto allo zafferano con pecora al cotturo, e soluzioni più fantasiose come i tortelli neri con baccalà mantecato e ristretto di pomodoro pera alla pizzaiola.
Il ristorante nasce con lo chef Andrea Nepa, che ha fatto per tanti anni il sous chef al Ristorante La Bandiera di Pescara. Presto, però, le loro strade si sono divise perché voleva fare un’esperienza all’estero per ampliare le sue conoscenze.
Damiano e Silvia, a questo punto, volevano un nome importante, che andasse a sostenere quanto fatto fino a quel momento e continuasse a far crescere la fama del Rever. Così ottengono un nominativo di livello tramite alcuni loro fornitori. Lo chef Giovanni D’Ecclesiis, che ha lavorato tanti anni in Italia e all’estero, in Inghilterra. È stato nella squadra di Heinz Beck per sette anni a Roma alla Pergola, poi a Siena dove ha preso una stella Michelin.
D’Ecclesiis è un one man show, tutto quello che viene proposto sul menù è frutto della sua arte e della sua tecnica, dagli antipasti ai dolci.
La sinergia tra lo chef e i proprietari è stata vitale per creare l’identità culinaria di Rever. La loro visione condivisa di realizzare un menu che rispetti la tradizione abbracciando la modernità ha portato a un’esperienza gastronomica che è al tempo stesso familiare ed emozionante.
Quando arrivano in tavola i piatti c’è sempre dello stupore. L’attenzione al dettaglio è maniacale. Tutto è perfettamente dove dovrebbe stare, anche il più piccolo fiore edule. Le pietanze sono dei veri e propri capolavori visivi, che ammaliano gli occhi e corteggiano lo stomaco.
Ogni piatto servito viene ampiamente raccontato e questo permette di vivere un’esperienza ancora più immersiva.
Nel momento in cui si arriva al primo assaggio, inizia il rever, il sogno. Ogni ingrediente si rivela in tutta la sua freschezza, gusto e intensità e in bocca si crea una sinfonia perfetta di sapori che fa danzare il gusto e solletica la pancia, rendendo il pasto un’esperienza sensoriale piena.
Ma un ottimo pasto è incompleto senza il vino perfetto ad accompagnare. La cantina di Rever è una collezione delle migliori etichette da tutto il mondo.
In una fase iniziale se ne è occupata una sommelier che ha curato meticolosamente la selezione di vini. Poi è subentrata la madre di Silvia, che è sommelier di secondo livello e ha a sua volta un ristorante, e si è occupata di finalizzare le scelte. L’obiettivo è creare una selezione ben bilanciata che completi il menu, con particolare attenzione ai vini regionali italiani e ai classici internazionali.
La cantina di Rever vanta circa 80 etichette, che coprono una vasta gamma di stili e regioni. Dai robusti rossi della Toscana ai delicati bianchi dell’Alsazia e dalle prestigiose case di Champagne francesi ai tesori nascosti del Sud America, la selezione è pensata per soddisfare tutti i palati e le preferenze.
Rever mira a essere accessibile a tutti, offrendo una grande varietà di opzioni gastronomiche dagli aperitivi alle cene più elaborate. La strategia dei prezzi riflette questa inclusività, con piatti a partire da €15 e vini da €20. Certo è che, varcando la soglia di questo ristorante una cosa è subito chiara: l’altissima qualità.
L’ambiente elegante del ristorante e il servizio eccezionale lo rendono una scelta ideale per ogni occasione. Il team di Rever lavora a stretto contatto con i clienti per personalizzare l’esperienza.
Il successo di questa attività è intrecciato con la comunità locale. Gli aquilani all’inizio sono stati un po’ diffidenti, poi però hanno capito quale fosse il concept e l’obiettivo di Damiano e Silvia e oggi hanno fatto di questo tempio del gusto un luogo amato e scelto per passare una bella serata in compagnia gustando piatti di altissima qualità.
Rever è più di un semplice ristorante: è la testimonianza del potere della passione, della tradizione e della comunità. Dalla sua location storica al suo menu curato in ogni più piccolo dettaglio, ogni aspetto di Rever è progettato per offrire un’esperienza culinaria indimenticabile.
Il nome, Rever, sogno, Damiano e Silvia lo hanno scelto perché aprire un loro ristorante era il loro sogno e noi non potremmo essergli più grati, per averlo condiviso con noi. Mangiare al Rever è davvero un sogno che tutti dovrebbero concedersi di vivere.
Foto Simone Paris