Shardana, il ristorante che racconta la Sardegna più antica e vera

Non tutti lo immaginano, ma esistono due “Sardegne”. C’è quella patinata e stra-conosciuta della Costa Smeralda, con i suoi locali alla moda e i suoi ospiti Vip. E c’è quella incontaminata e selvaggia delle spiagge e delle località meno note ai mass-media, ma ricche di natura, storia, cultura e gusto.

È in questa seconda Sardegna, quella di Budoni e della frazione Tanaunella, con il suo mare cristallino e la sua sabbia candida, che Riccardo Ventroni ha deciso di costruire il suo mondo e il suo futuro.

Il ristorante Shardana nasce da un’idea del suo proprietario il quale, dopo varie esperienze lavorative in Italia e all’estero, ha deciso di intraprendere una strada lavorativa che portasse la sua firma. L’intento di ritornare alle radici più autentiche della terra dove sorge è chiaro fin dal nome: gli Shardana erano una delle comunità appartenenti ai popoli del mare e sarebbero identificabili con gli antichi sardi, coloro che per primi abitarono l’isola, ne furono i guerrieri e i guardiani e vi costruirono i misteriosi Nuraghi.

Lo Shardana, infatti, è immerso nella natura spontanea nella riserva di Sant’Anna, tra pini che si ergono di fronte alla saletta principale e la spiaggia a pochissimi metri, in un punto dove i profumi del mare si uniscono a quelli della terra creando un’elegante danza di sentori che dà a Nicola Bucarini lo chef, e ai sous chef Francesco Pilosu e Roberto La Rosa l’opportunità di creare dei piatti dove tutta la natura possibile può parlare, in una continua osmosi di sapori: dal miele di corbezzolo alle spigole pescate all’amo, dall’agnello locale all’astice blu, dal maialetto al polpo.

«I piatti dello Shardana sono empatici e difficili da dimenticare – dichiara orgoglioso Ventroni – diciamo che è come se a parlare fosse la natura stessa. Dietro ai nostri menu ci sono ricerca e significato ma, soprattutto, un’attenzione ossessiva per la materia prima».

Lo chef Bucarini guida i fornelli dall’aprile 2018, e ne ha rivoluzionato il “ritmo”. Egli, infatti, definisce la sua cucina come “hip hop”, quello trasversale che si è imposto sulla scena musicale negli anni ’90 e non è più scomparso. Motivi leggeri si alternano a suoni più persistenti e trovano il loro connubio a tavole, come il tagliolino dal sapore tenue e delicato o la guancia dal sapore deciso e inconfondibile.

La base della cucina mediterranea e della tradizione italiana sono i punti di partenza: olio extra vergine d’oliva, pesce freschissimo proveniente dalle coste, carni selezionate da allevamenti italiani, frutta ed ortaggi di stagione dalle campagne. Un capiente acquario conserva inoltre crostacei vivi, come astici classici e blu, aragoste, granchi e cicale. Ma anche i vegetariani non rimarranno comunque delusi perché la carta propone anche per loro prelibate sorprese. Ricca la selezione dei dessert preparata dai pasticcieri, per chiudere il pasto con un apostrofo goloso. Tutti i piatti vengono elaborati al momento per preservare i profumi ed i sapori nel rispetto della migliore tradizione dello “slow food” italiano affinché Shardana sia una esperienza indimenticabile.

Riccardo Ventroni definisce la proposta fornita dal suo ristorante come classico-futurista. Infatti, se da un lato gli azzardi e le innovazioni non mancano, non si lesina sul servizio, molto classico, che vede uno staff completo ad accogliere e coccolare gli ospiti. Molte figure, dai commis del rang ai sommelier, pronte ad accogliere il cliente, a coccolarlo nel modo più umile e amorevole possibile, affinché al ristorante Shardana ci si senta parte di qualcosa di bello.

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