Se l’Italia è, insieme alla Francia, il Paese maggiormente ammirato nel Mondo per la qualità dei suoi vini, esso si deve in parte anche al grande contributo che la Famiglia Ricasoli ha saputo apportare attraverso le generazioni che si sono succedute. Un intreccio continuo tra Storia e Vino caratterizza i Ricasoli da sempre. La Famiglia figura già tra i nobili dignitari feudali dell’Impero di Carlo Magno e all’inizio del XIII Secolo i suoi rami iniziano a moltiplicarsi, per poi riunirsi nuovamente tra il 1700 e il 1800.Schierati con i loro eserciti a difesa di Firenze sin dal 1200, generazioni di nobili Ricasoli hanno tracciato il corso della storia sullo sfondo del Castello di Brolio: dalle eterne battaglie con Siena, fino all’unità d’Italia. Sarà Bettino Ricasoli, il “Barone di ferro”, a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio dei Ministri per due mandati ed il suo contributo all’unificazione del nostro Paese fu determinante. La storia dei Ricasoli è legata al vino sin dal 1141: testimonianze scritte, risalenti a quella data, attestano infatti che il Castello di Brolio fosse già allora in possesso della famiglia. Dopo secoli impegnati nella difesa delle terre e delle signorie feudali, si dedicarono per primi allo sviluppo dell’agricoltura e dei vigneti intuendo il grande potenziale del territorio di Brolio e l’albero genealogico della famiglia, riprodotto in una stampa del 1584, rappresenta una delle prime immagini del Chianti. Dalla fine del 1600, alcuni documenti riportano le prime esportazioni verso Amsterdam e l’Inghilterra, mentre agli inizi del ‘900 i vini di Brolio, oramai diffusi e apprezzati, sono richiesti ed esportati in tutto il mondo: dalla Cina all’Arabia Saudita, dal Sudafrica al Guatemala, dalla Costa Rica alle Afriche Britanniche dell’epoca. Ma è grazie appunto al Barone Bettino Ricasoli (1809-1880), illustre politico e imprenditore vitivinicolo di grande lungimiranza, che nel 1872 nasce la formula del Chianti, l’attuale Chianti Classico. Siamo a Gaiole nel cuore del Chianti Classico, in particolare modo in Località Brolio nella bellissima provincia di Siena ed è qui che sorge quest’azienda, certamente la più rappresentativa del Chianti Classico che prevedeva inizialmente la presenza di un blend di 70% di Sangiovese e di una restante parte del 30% suddivisa nella presenza di Canaiolo e Malvasia Bianca. Oggi il blend è leggermente cambiato ma resta l’identità di fondo coniata ormai quasi 150 anni fa L’azienda si estende per circa 1200 ettari di cui 240 di vigneto e 26 coltivati ad uliveto. Il Castello, nel corso dei secoli, ha subito numerosi assalti e distruzioni in epoche diverse: dagli attacchi degli aragonesi, alle dispute seicentesche fino ad arrivare ai più recenti bombardamenti d’artiglieria nella Seconda Guerra Mondiale. Più volte ricostruito, ad oggi porta i segni di diverse epoche nei tratti Medievali, di stile Romanico, Neogotico e dell’Ottocento Toscano. Rappresenta ad oggi un’attrazione turistica di tutto rispetto con un passaggio stimato di circa 50000 presenze l’anno di turisti provenienti da tutto il mondo. A Barone Ricasoli il focus principale è sul vino di alta qualità ed in particolare modo sul vitigno più famoso della Toscana e d’Italia: il Sangiovese. In questa porzione della Toscana, dal 1993 il Barone Francesco Ricasoli conduce l’azienda verso nuove sfide, nel rispetto più profondo dei suoi illustri antenati che hanno fatto grande quello stesso territorio. Nascono per volontà di Francesco Ricasoli, attuale proprietario e Presidente, nuove idee e nuovi concetti per vivere i vigneti in maniera sostenibile: lo studio continuo dei suoli e la selezione clonale del Sangiovese di Brolio sono tra le sue passioni più grandi, tanto da aver voluto rinnovare totalmente i vigneti e definire la mappatura completa degli stessi. Le attuali etichette sono, pertanto, l’espressione delle tante ricerche condotte con lo stesso rigore scientifico del grande antenato ma con lo spirito contemporaneo di chi raccoglie il testimone e lo porta avanti con nuove energie. L’Osteria di Brolio e le nuove camere d’accoglienza Agriroom completano il quadro perfetto e donano quel quid in più per poter beneficiare di un’esperienza a 365 gradi in una delle aziende più belle non solo della Toscana ma dell’Italia tutta. Impensabile non visitare almeno una volta questa realtà, impensabile non tornarci dopo averla visitata la prima volta. Storia e Vino dunque, che s’incontrano a metà strada tra tradizione e modernità, come seguendo un fil rouge discreto che porta in dote la nobile eleganza di una Famiglia che al mondo ha pochi eguali.