Cantina Vitivinicola Ca’ da Roman: la scelta bio

Il sogno di Ca’ da Roman nasce nel 2015, quando Maria Pia Viaro e Massimo Vallotto hanno acquistato i primi terreni e la storica Villa Apollonio risalente al XVI secolo, tra i comuni di Romano d’Ezzelino e Bassano del Grappa, nel cuore della pedemontana veneta. Nel 2017 sono state poi acquisite altre proprietà immobiliari tra cui l’edificio vernacolare risalente al XV secolo, da cui prende il nome l’azienda, destinato a cantina vinicola.

Il tutto contornato da diciotto ettari, di cui sette a vigneto (uno di prossima realizzazione) e i restanti coltivati a orti, frutteti, uliveti, siepi mellifere, prati fioriti e cereali antichi.

L’insieme costituisce un territorio ideale per produrre vini fini e persistenti, di grande personalità e con un futuro luminoso da conquistare, privilegiando sempre la biodiversità, a salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente.

Recentemente costituiti in rete d’imprese – Resistenti Nicola Biasi – con altre sette Aziende agricole che operano in territori diversi tra Friuli, Veneto e Trentino, dal mare Adriatico alle Dolomiti – l’intento è quello di produrre vini che implicano, dal vigneto alla bottiglia, un lavoro di concreta sostenibilità, in particolare grazie ai vitigni resistenti alle malattie fungine, anche noti come PIWI: una scelta etica che candida la Cantina Vitivinicola Ca’ da Roman a diventare la più grande cantina d’Europa a sola produzione di vini da uve PIWI.

Una viticoltura di precisione e un’enologia dedicata e scrupolosa, che permettono di esaltare il potenziale qualitativo di queste nuove varietà e di conquistare così anche i palati più esigenti e rigorosi, anche grazie ad un’etica giovane e al duro lavoro.

Tre valori fondamentali sono alla base del progetto: sostenibilità totale e reale, vini eccellenti e di grande personalità e massima competenza e dedizione dell’enologo, Nicola Biasi, che sottolinea: “Siamo convinti che questo nostro impegno possa già contribuire a mitigare i cambiamenti climatici in atto, anche se in piccolissima parte, ma soprattutto indica una vera soluzione per un’agricoltura realmente sostenibile e responsabile. Assecondare la natura e lasciarla agire nel suo spazio, prendersene cura in uno spirito di condivisione e rispetto, è una missione non solo possibile ma anche replicabile.”

Dopo tre anni di conversione, raggiunta grazie alle tecniche dei sovesci e all’attento controllo della filiera dei fornitori di piante, semi e prodotti per la concimazione, nonché alla scelta di praticare un’agricoltura rigenerativa, l’azienda ha ottenuto la certificazione biologica.

Il giusto riconoscimento per la lungimiranza di Maria Pia e Massimo con la loro visione a lungo termine e rispettosa della natura.

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