Tradizione 4.0, così potrebbe definirsi la Cantina Ceci 1938. Una realtà ben piantata nel territorio e veicolo storico di un’eccellenza che l’Emilia porta in dote e nella quale si identifica (oppure il contrario…). Otello Ceci, gestiva in quell’anno entrato di diritto a far parte del logo aziendale (1938 appunto), una delle più rinomate osterie della bassa parmense. Qui, gustando i piatti tipici della tradizione, i commensali assaggiavano il rinomato Lambrusco che Otello produceva con le uve dei produttori locali. I suoi figli Bruno e Giovanni per primi intuiscono che quel Lambrusco meritava un grande successo: sono i ruggenti anni ’60 e l’osteria si trasforma in cantina. Oggi i suoi nipoti Alessandro, Maria Teresa, Maria Paola, Elisa e Chiara, conducono un’azienda familiare nello spirito, che però esporta in tutto il mondo, contribuendo a definire un nuovo standard per la riconoscibilità del Lambrusco. Otello decide molto presto di dedicarsi alla produzione di vino e fonda la Cantina Ceci. I figli di Otello, negli anni 60 riescono a delineare un’identità alla Cantina che la porterà ad essere apprezzata su scala sempre più vasta per il ventennio successivo. Certamente il prodotto che maggiormente ha contribuito alla diffusione del brand in tutto il mondo va menzionato fin da subito: il Lambrusco “Terre Verdiane” che identifica il territorio e la cultura della regione. Ma il prodotto che forse maggiormente ha contribuito a mostrare a tutto il mondo quanto rivoluzionario ed illuminato fosse il pensiero della nuova generazione Ceci, è l’”Otello Ceci nero di Lambrusco” che con il suo intenso profumo di mora e viola, si è fatto interprete della rivoluzione che ha fatto amare questo vino in tutto il mondo. Tra le varie tappe poi che hanno contraddistinto l’evoluzione di questo gioiello italiano, certamente va annoverato l’anno 2012 in cui il Lambrusco diventa anche spumante prendendo il nome di “Otellon’ice”: proposto con il ghiaccio, esso diventa aperitivo e simbolo ancora più importante di convivialità, fruibilità ed apertura al grande pubblico. Andando in avanti con gli anni e sottolineando le varie tappe di evoluzione di questa splendida realtà emiliana, il 2018 certamente regala un momento storico per l’azienda: in occasione degli ottant’anni dalla sua creazione, un nucleo di 10 illustratori hanno interpretato gli ultimi 8 decenni aziendali creando 80 opere in edizione limitata dell’Otello nero di Lambrusco. Certamente il modo migliore per raccontare la storia di questa che oggi viene considerata una fashion winery. Chiudiamo con i momenti più significativi di quest’azienda arrivando ai giorni d’oggi. Il 2020 rappresenta sicuramente una delle tappe più significative in quanto proprio in quest’anno è sato fondato il brand Ceci 1938 capace di rappresentare oggi un’azienda innovativa, instancabilmente sperimentatrice e come dicevamo, una fashion winery a tutti gli effetti, nel rispetto di tutte le sue radici fatte di persone, memorie e territorio d’origine. La Famiglia Ceci ama definirsi come “Produttrice di felicità” e quest’espressione racchiude tutto il senso ed il significato che ogni giorno rappresentano per mantenere alta la qualità del prodotto, ma allo stesso tempo esprime quella magia legata al valore della semplicità che rappresenta un tratto distintivo dell’Azienda e della Famiglia: perché il Lambrusco, al di là degli abbinamenti che si possono creare con il cibo, nasce per fare compagnia, per facilitare il sorriso, la felicità, l’ottimismo. Se ci si imbatte in un Lambrusco, si può percepire già da subito che esso ama il buon vivere, la gaiezza e la trasversale spensieratezza dei vent’anni come dei sessanta: “sta bene con la vita” come amano ripetere nella Famiglia Ceci e come ricordano sempre, il loro creare Lambrusco non nasce dall’esigenza di continuare il lavoro avviato dai nonni e bisnonni, lo fanno perché li rende felici e questa felicità amano portarla sulla bocca di tutti! Visioni rivoluzionarie ed altamente studiate, dunque, per rendere unico il prodotto che esce da casa loro, ma allo stesso tempo impregnate di semplicità quotidiana e di vita che anche il grande successo ottenuto non ha minimamente modificato nel suo significato più intimo e vero. Un 4.0 italiano, dunque, dove un prodotto che da sempre rappresenta una regione nello specifico, ma a buon diritto anche una
delle eccellenze del nostro Paese, viene messo al centro di una rivoluzione di concetto che esalta la modernità nel rispetto di quelle che sono la memoria ed il passato di una Famiglia, attraverso una presentazione del prodotto spesso unita ad un concept di packaging che sta letteralmente trasformando i “vestiti del vino” rendendone anche una scelta d’acquisto. Una storia, questa appena raccontata, dove la modernità di pensiero e di azione sono instradate in un percorso che rivoluziona si, ma che rimane ossequioso verso il passato, attingendone l’anima vera e ponendola alla base di un concetto al passo con i tempi moderni.