La Borgogna bisogna viverla, respirare l’aria, visitarne le cantine, parlare con i vigneron. Le 100 denominazioni divise su tre livelli, regionali, comunali, premier cru e grand cru ; la zonazione delle divisioni di un territorio codificato dalla prima pianura all’ultima collina, dalle “Higlands” di Chablis al profondo sud di Macon, è tutta Borgogna. Il paradiso degli enoturisti e il riferimento di vignaioli di tutto il mondo guardano la produzione di pinot nero, chardonnay, gamay e aligoté e il concetto di terroir che da queste parti trova la sua naturale dimora eil suo senso logico.
Lungo i 120 km tra Digione e Macon ci sono differenze sostanziali di altitudine, sottosuolo, pendenze, esposizioni tra una zona e l’altra e le produzioni si differenziano per profumi e mineralità, restando uniformi nella loro autenticità. Il territorio ideale per una esperienza gratificante, intrigante per ampliare didattica e bagaglio sensoriale e il consiglio di avvalersi della organizzazione ad opera del Bureau Interprofessionel des Vins de Bourgogne ( BIVB), specchio professionale di una regione che dal punto di vista economico ha investito moltissimo sul turismo del vino, valorizzando il territorio in una ottica di salvaguardia del paesaggio urbano e naturale.
Chablis : Si possono fare esperienze sensoriali fantastiche con produttori come ad esempio Fèvre, Laroche, Brocard, Servin, Drouhin, Moreau, Bichot con i loro Petit Chablis, Chablis Premier Cru e Grand Cru. Chardonnay di Chablis, prodotti da uve che affondano le proprie radici nella famosa argilla calcarea chiamata Kimmeridge, sono vini austeri , da strutture importanti con profumi di erbe aromatiche, fiori bianchi, minerali, gradevolmente boisé, con delicate incursioni fruttate. Acidità e sapidità conferiscono agli Chablis longevità, e non sorprende in alcuni casi la salinità e quindi il salato.
Interessante è anche scoprire le differenze che provoca il salire delle gradazioni alcoliche fino ai Grand Cru, provenienti da 100 ettari meglio esposti della regione che donano grande finezza espressiva, eleganza di profumi e penetrante persistenza gustativa.
Clos de Vougeot : Dove il Pinot Nero è il vitigno di eccellenza di Borgogna e dove 50 produttori, propongono verticali di degustazioni esplosive, emozionanti e stupefacenti. Alcuni nomi come Richeburg di Anne Gros o Romanée Saint Vivant di Robert Arnoux, nomi storici ma soprattutto vini che provocano emozioni difficilmente comunicabili, seducenti di spezie dolci, piccoli frutti rossi maturi, fiori appassiti, tocchi animali a formare un bouquet complesso. Al gusto tannini vellutati ma ben presenti, sapidità e ritorni fruttati appaganti.
Montrachet : Siamo in Cote de Beaune, stile di chardonnay con profumi essenzialmente fruttati, inebrianti, amaricanti, sostenuti da un mirabile equilibrio di potenza ed elegante freschezza. Finale lunghissimi e saporiti, soprattutto nei Grand Cru come Batard-Montrachet, la rotondità ed equilibrio dei Chassagne-Montrachet e la morbidezza inconfondibile dei Mersault. Alcune maison vanno segnalate : Marc Colin, storica e la rivelazione Bachelet Jean Claude.
Terroirs de Corton : l’interpretazione dello Chardonnay nel Corton Charlemagne è piu estroversa, si producono vini esuberanti, vibranti , ricchi di mineralità, erbe aromatiche e lievi note piu dolci che in bocca si traducono in morbidezza carnosa ma con finale comunque fresco-sapido persistente. Segnalare alcuni produttori diventa arduo per il livello di eccellenza di tutti : Corton André, Bonneau du Martray, Follin-Arbelait e Domaine Jacob.
Macconnais e l’Altra Borgogna : E’ la zona piu meridionale della Borgogna con vini bianchi di buona mineralità come Poully Fuissé, le sfumature fruttate del Saint Veran e vegetali del Macon Village. Alcuni vini meno blasonati come il Pernand Vergeless, lo Chorey-lès-Beaune, con le espressioni vive di frutti rossi, il Savigny-lès-Beaunes, i Ladoix con intensa freschezza fruttata e aromatica. Ma una citazione a parte merita il Premier Cru Aloxe-Corton sempre molto tannico che necessita di armonizzazione nel tempo.
