Il vino si sta tingendo negli anni sempre più di rosa. E non ci riferiamo ai vini rosati come ci si potrebbe semplicisticamente immaginare, ma ad una presenza sempre più costante all’interno dell’Industria-Vino. Che le donne abbiano una marcia in più in molti aspetti anche pratici della vita, è ormai risaputo ed anche il più maschilista degli uomini è costretto (magari a denti stretti) ad ammetterlo. Oggi le donne guardano sempre con maggior interesse all’enologia che non rimane una semplice passione, ma diventa – in molti casi – un vero e proprio mestiere. Se non ci credete, basterà guardare alcune cifre per farsi un’idea: il 40% dei sommelier italiani è donna e si sono moltiplicate negli ultimi anni le figure professionali al femminile in quello che è uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Una presenza, quella delle donne, che ha fortificato ancor di più la presenza della famosa sesta marcia (ormai settima ai giorni d’oggi) all’interno dell’organismo femminile: la sensibilità, il multitasking, la creatività e la forza di carattere rappresentano, in ogni ambito, dei valori aggiunti importanti e se poi ci si trova ad averli tutti insieme, ecco che la cosa prende una piega molto interessante. Se ne sono accorte molte aziende ormai ed il mondo del Vino non è escluso. Anzi. Non sto affermando con questo un’eventuale superiorità della Donna rispetto all’Uomo, sto solamente sdoganando leggende metropolitane che per troppo tempo hanno visto il ruolo femminile ai margini di quello maschile. Le donne del Vino sono imprenditrici, gestiscono più di un’attività (cantina, agriturismo, ristorazione) sono dinamiche, aperte all’innovazione, viaggiano, sono informate e partecipano a fiere nazionali e internazionali e si occupano spesso di bellissime iniziative di charity. Negli anni si sono distinte per azioni finalizzate allo sviluppo sostenibile dei territori agricoli e la salvaguardia del patrimonio dei vitigni autoctoni rari e dei vigneti storici. Parlavamo prima di una forte passione per l’enologia in generale che si è sviluppata nel tempo da parte delle donne: è proprio da qui che ha preso le mosse una concezione moderna del rapporto tra la donna e il bere, che abbandona retaggi sessisti e antidiluviani. Sono sempre più numerosi, ad esempio, gli eventi e le degustazioni espressamente dedicati alle donne, che cercano di rispondere alle esigenze e alle peculiarità del consumo di vino al femminile che, come si potrà osservare, è diverso da quello maschile. Se è pur vero che bevono meno rispetto agli uomini, infatti, è anche vero che lo fanno in maniera per certi versi migliore: per la donna il tema della convivialità è centrale, ed è questo il motivo per cui le ragazze amano sorseggiare un buon bicchiere in compagnia. Oltre a questo aspetto di socialità, poi, c’è anche una caratteristica prettamente fisiologica che influenza inevitabilmente le modalità di consumo: le donne hanno un olfatto più sviluppato dell’uomo e un palato particolarmente sensibile ai gusti e ai sapori. Inchiniamoci uomini di fronte a questa ormai assodata verità che il tempo non ha fatto altro che far emergere in termini sempre più forti! Questo, non può che determinare differenze di consumo, dal momento che profumo e aromi sono parte integrante, se non centrale, della degustazione. Il Vino d’altronde è affascinante e sensuale come una bella donna (cosa c’è di meglio che una donna che sa destreggiarsi abilmente tra calici di Sangiovese e Nebbiolo, profumi, sentori e colori?) ed è solo abbandonando il retaggio sessista da sempre associato al bere vino, dunque, che si potrà liberamente osservare che quello dell’enogastronomia è un universo raffinato e ricercato che alle donne non solo piace e anche molto, ma nel quale sono perfettamente calate apportando contributi importanti che stanno rivoluzionando la percezione di questo fantastico Mondo. Viva il buon Vino e viva le donne dunque!