L’Italia è la patria del Vino. Non solamente lo è perché ce lo testimonia la storia, ma anche perché, al di là dell’incontestabile grande qualità dei nostri vini, quello che è stato fatto e che viene fatto nel Belpaese per comunicare la cultura del Vino, non ha eguali. Non staremo qui a sviscerare quale di queste “esistenze” sia la migliore o quale sia quella da seguire, perché quando si tratta di ampliare la Cultura, di allargare gli orizzonti conoscitivi o di fare, in generale, formazione che aiuta ad avere una vita qualitativamente migliore e più consapevole, “tutto fa brodo”. Ed è il miglior brodo che si possa mangiare. Purtroppo, non è però una spinta comunicativa e di conoscenza che origina a livello istituzionale (ahinoi siamo ancora molto lontani da una presa di coscienza e di sensibilità da parte dello Stato su questa tematica) e seppur con piccoli passi fatti negli ultimi anni, ci sembra che le Istituzioni italiane siano ancora lontane dalla creazione di azioni concrete e fattive per supportare il mondo del vino:” Direi sostanzialmente di sì. Manca– asserisce subito Luca Maroni- la comunicazione globale extra-settore del valore del settore. Chi ama ed apprezza il vino, conosce e vive il suo valore con rispetto ed amore; chi non lo conosce o non lo immagina, non ne consuma o ne abusa. Il vino è un prodotto agricolo e tecnico, e non vi è nessun’altra applicazione professionale che illustra la nostra gente e la nostra terra su come dedicarsi alla sua produzione. Coltura è cultura, è natura, sensibilità, è verde e mirabile possibilità di eccellenza per le giovani e future generazioni”. Per fortuna, però, l’esistenza di tanti movimenti, iniziative, Associazioni, una Fondazione e singole individualità, è riuscita ad avvicinare gli italiani sempre più al mondo del Vino e della bellezza che esso rappresenta che, senza ombra di dubbio, dovrebbero invece appartenere di diritto al Dna di noi fortunati che siamo nati dove la cultura enogastronomica tocca vette qualitative inarrivabili al Mondo. Abbiamo accennato, dunque, alle singole individualità e certamente una delle figure che hanno e stanno contribuendo da anni a questa presa di coscienza-conoscenza, è quella di LM, acronimo che ormai rappresenta un brand, ma soprattutto una persona che ha dedicato la sua vita al Vino ed alla sua cultura: Luca Maroni. Romano, con una Laurea in Economia e Commercio che sembrava prefigurare una carriera lontana dal mondo dei piaceri di una realtà (quella del Vino, appunto) che vive più di sensazioni legate al godimento dei sensi, che al rigido raziocinio dei numeri, è diventato, nel corso degli anni, una figura sempre più di riferimento tra le tante che, per fortuna (e lo sottolineiamo con forza e scevri da qualsiasi preferenza in questo caso), si adoperano in uno sforzo culturale collettivo di acquisizione della conoscenza di un mondo in grado di apportare solamente gioiosa erudizione. Collaborando con grande privilegio e passione, alla fine degli anni ’80, con il Maestro Luigi Veronelli e dopo aver creato la prima newsletter italiana, la rivista Ex Vinis, decide di far nascere la sua casa editrice, la LM edizioni, creando prima, la rivista “The taster of Wine” (periodico per apprezzare e degustare il vino) e poi, la prima edizione di “L’annuario dei migliori vini italiani” che quest’anno giungerà alla ventinovesima edizione. Oltre a scrivere, negli anni, numerose pubblicazioni e libri sulla tecnica di degustazione dei vini, diventa un vero e proprio studioso appassionato di una materia che ha voluto sviscerare con estrema professionalità e serietà d’approccio, fino a creare quello che è divenuto un vero e proprio “metodo di degustazione”, basato su studi iniziati alla fine degli anni ’80 che lo hanno condotto, a metà degli anni ’90, all’evidenza di una correlazione tra la composizione chimico-fisica del Vino ed il suo aspetto sensoriale: per la prima volta viene determinata, attraverso una vera e propria “formula”, la struttura chimica della piacevolezza del Vino. Grazie a questa correlazione supportata dalla creazione del suo metodo di degustazione, Luca Maroni inizia, intorno alla metà degli anni ’90, a tenere seminari e lezioni di divulgazione dei suoi studi e metodi di analisi, presso i più prestigiosi operatori istituzionali di settore:” Volevo conoscere-ci spiega subito Luca Maroni-così profondamente il vino, giacché così tanto l’amavo, da comprendere il funzionamento sostanziale del suo risultare ai sensi. Perché un dato vino aveva quel profumo e sapore buono e quello no. Così cominciai a collegare le sensazioni (effetti) alla composizione chimico-fisica del vino (cause), cominciai a fare analizzare in laboratorio i vini che organoletticamente valutavo, fondai e cominciai a praticare l’analisi sensoriale-chimica del vino. Dopo 5 anni di applicazione e studio, definii il quadro logico di funzionamento e produssi il metodo di valutazione che da circa 30 anni vado applicando. Il voler sapere ed il voler trasmettere lo sperimentato sapere, mi ha spinto in sostanza a dedicare la mia vita al vino”. Dopo aver portato alla luce la possibilità legata alla riproducibilità tecnica di una determinata piacevolezza anche per il Vino, Luca Maroni continua ad alimentare ed ampliare la sua grande passione per lo studio di settore, aprendo le porte anche ad un nuovo metodo innovativo per la valutazione sensoriale e l’assaggio qualitativo dell’Olio Extra Vergine d’Oliva fino a portarlo a coniare e descrivere la voce “Olivicultura” sulla prestigiosa Enciclopedia Treccani nel 2005. Parlavamo, nelle righe precedenti, di Luca Maroni come una delle figure “chiave” del mondo del Vino in Italia e, come avrete intuito, non si tratta solo di accertato carisma legato a doppia mandata da un fil rouge che abbraccia una grande passione, ma anche di una serietà nell’approccio scientifico-tecnico, che in ogni caso si è posto come nuova opportunità di valutazione, di una realtà da anni sotto la lente d’ingrandimento di studi di settore, che spesso non hanno però portato alla creazione di metodi innovativi di riferimento: Luca Maroni, in tal senso, ha “fatto scuola” e aperto orizzonti a nuove vedute e nuovi sistemi di valutazione basati su criteri ben descritti e misurati negli anni. Portare avanti con forza il concetto che il Vino rappresenta un aspetto culturale importante, sta cambiando nel tempo anche l’approccio degli italiani rispetto a questo concept e al prodotto stesso:” Chi scopre il vino profondamente -ci chiarisce Luca Maroni- se ne innamora, irreversibilmente, e diventa trasmettitore del suo valore. C’è assai più interesse e conoscenza, stima e rispetto per il vino, che deve tornare ad essere quello che è sempre stato per la tavola italiana: il compagno irrinunciabile, quotidiano e universale di ogni pasto di un italiano. Uno, due bicchieri di vino a pranzo e a cena devono tornare ad essere al centro del communio spirituale delle famiglie italiane. Un po’ come per gli inglesi il rito del The. Lode quindi a voi e a tutti i miei colleghi che a vario titolo illustrano e trasferiscono al pubblico l’immenso valore del vino”. Iniziare un percorso di studi fortemente voluto, si sa, conduce spesso alla volontà di non volersi fermare dal portare avanti nuovi approfondimenti e dalla voglia di portare alla luce nuove scoperte. Per più di un decennio, Luca Maroni ha condotto un’appassionata ricerca sulla vita di Leonardo da Vinci che lo ha portato ad individuare il luogo esatto dove fu impiantata la vigna che nel 1498 Ludovico il Moro donò, a Milano, ad una delle menti più brillanti della storia dell’Italia e dell’umanità: grazie a questi studi, la piccola particella di vigneto, ormai caduta nell’oblio, fu individuata nella Casa degli Atellani dove Leonardo visse nel suo periodo milanese e la vigna, grazie all’ostinazione di Luca Maroni, è stata reimpiantata nel 2015 non senza una punta di grande emozione. Ci domandiamo cosa può portare ad un approfondimento così unico e che tipo di messaggio ci sia dietro: “Probabilmente– continua il nostro affascinante interlocutore- mi ha mosso il fatto che uno fra i più qualitativi esseri umani mai vissuti, Leonardo, amava, apprezzava, conosceva così profondamente il vino. E l’apprendere la notizia che fosse possessore di una vigna al centro di Milano ancora in vita fino al 1943, mi ha imposto il piacere di far divenire mia missione il suo ritrovamento ed il suo reimpianto. Leonardo del vino fra l’altro scrive: “il vino eleva l’anima umana inverso il cervello”. Il vino compie l’umanità innalzando lo spirito alla luce della ragione. Mi pare non vi sia nulla di più vero e bello da poter dir sul vino”. Parlare di Luca Maroni significa anche accostarsi ad uno dei “nasi” più fini e sensibili in circolazione che, oltre ad aver degustato e catalogato più di 350.000 vini in oltre 30 anni, è stato insignito, nel tempo, di numerosi e prestigiosi riconoscimenti, ha portato la sua immensa esperienza nel mondo dell’analisi sensoriale del Vino attraverso molteplici docenze in Italia e nel Mondo e creato, grazie alla sua instancabile necessità di condivisione e confronto, oltre 50 eventi per promuovere e far degustare il grande vino italiano nel Mondo. Con i suoi studi, la sua dedizione e la sua grande passione sempre in evoluzione, Luca Maroni ha lasciato un’impronta che rimarrà per lungo tempo e, pur apparendo un percorso, il suo, che ha avuto un’ evoluzione talmente in crescendo, che oggi sembra averlo portato a raggiungere un livello di conoscenza del mondo del Vino che lo pone come uno dei punti di riferimento di questo universo unico, la curiosità è forte, relativamente all’eventualità che qualcosa non sia riuscito ancora a realizzare, il famoso sogno nel cassetto insomma:” La traccia è il frutto! Che per sempre è stato, e sempre sarà la base e l’effetto d’ogni gran vino. Io ho unicamente– afferma con decisione Luca Maroni- focalizzato l’attenzione del degustatore (analista sensoriale) e del lettore (fruitore) sulla qualità organolettica (quindi analitica) del vino dentro il bicchiere. Io non ho mai valutato i vini per le loro qualità extra-bicchiere (brand, storia, importanza dell’azienda produttrice, prestigio della denominazione, rarità, prezzo, ecc.), io ho sempre valutato, di ogni vino, parametri sensoriali dichiarati e verificabili (consistenza, equilibrio e integrità del gusto), per il puro piacere di contattare, illustrare e selezionare con metodo, i vini oggettivamente migliori. Ossia universalmente piacevoli ai sensi dei consumatori sì come la loro maestosa uva prima”.
Perché l’Italia è la patria del Vino come dicevamo, ma è anche la patria di tante realtà che da anni si sforzano a far conoscere la Cultura che esso rappresenta e che deve necessariamente appartenere a tutti noi, al pari della conoscenza della Storia o della Grammatica. Sapere che nel mondo del Vino esiste una figura che ha dedicato gran parte della sua vita alla sua conoscenza approfondita, allo studio e alla ricerca di una bellezza che fosse decifrabile e trasmissibile in maniera analitica, sapere insomma, che esiste “un” Luca Maroni, significa anche e soprattutto guardare con più serenità ad un futuro dove parte integrante del costume di noi italiani, dovrà essere rappresentato dalla cultura del Vino. Perché l’Italia ne è la patria e Luca Maroni uno dei più importanti e riconosciuti ambasciatori!