Dal punto di vista ampelografico, il Molise è una terra di confine, in cui trovano dimora prestigiosi vitigni, provenienti dai territori limitrofi.
La Doc Molise o del Molise comprende gran parte del territorio Regionale nelle province di Campobasso e Isernia, i vitigni più interessanti sono : Aglianico, Sangiovese, Merlot, per quanto riguarda i rossi . Falanghina, Fiano, Malvasia , Moscato Per i bianchi.
Il Biferno Rosso Doc ha una composizione ampelografica a base di Montepulciano (70/80%), completata generalmente da Aglianico o altre uve a bacca rossa raccolte nella regione.
Il Biferno Bianco Doc è costituito fondamentalmente da Trebbiano Toscano (60/70%) e da altre uve a bacca bianca, con prevalenza di Malvasia.
Pentro di Isernia Doc o Pentro Doc prodotta nella provincia di Isernia, a bacca rossa (Montepulciano 80%), bianca ( Falanghina 80%)
Tintilia Doc prodotta nelle Province di Campobasso e Isernia solo a bacca Rossa , Vitigno Autoctono.
Poi Vini a IGT ,Indicazione Geografica Tipica sono Osco Igt e Rotae Igt
Le origini della viticultura in Molise sono antichissime, risalgono ai Sanniti, prima ancora che i Romani ne estendessero la coltivazione in un territorio più ampio.
La Tintilia, molto probabilmente è stata introdotta in Molise nella seconda metà del settecento, durante la dominazione spagnola dei Borboni. Anche il suo nome deriverebbe dalla parola tinto, che in spagnolo significa rosso. Il vitigno ha trovato in Molise le condizioni climatiche ideali per diffondersi specie in media alta collina, soprattutto nelle zone più interne della regione. Nell’Ottocento era l’uva più diffusa mentre nel dopoguerra, la ricerca di vitigni più produttivi e lo spostamento delle zone coltivate verso le aree pianeggianti, hanno determinato un progressivo abbandono delle vigne di Tintilia, fino a una scomparsa quasi completa. Solo negli ultimi decenni, grazie a una indagine genetica, si è risvegliato l’interesse verso questo prezioso patrimonio dell’enologia molisana, con il recupero del vitigno e la sua vinificazione in purezza.
La denominazione Tintilia del Molise DOC fu istituita nel 2011. La sua zona di produzione abbraccia molti comuni del Basso Molise, della Valle del Biferno, della zona del Fortore e del Trigno, del Molise Centrale, dell’Alto Molise e della Valle del Volturno. Le tipologie ammesse dal disciplinare sono il rosso, il rosato e il rosso riserva., tutte a base di uve Tintilia per almeno il 95%. La riserva deve subire un invecchiamento minimo di due anni.
LE CARATTERISTICHE La Tintilia è un vitigno di riconosciuta personalità, unico che resiste bene al freddo, ma non è molto vigoroso e ha una produttività piuttosto bassa. L’uva, di colore nero-tendente al blu, ha una buona aromaticità e dà origine a un vino molto particolare, dal colore intenso e carico. Il profilo olfattivo è caratterizzato da eleganti note speziate, aroma floreale di rosa canina e sentori di frutta rossa. E’ vino complesso. Ha buona struttura, in bocca è caldo, possiede grande eleganza. Il finale ha una bella persistenza, buona acidità e tannini morbidi importanti. Consiglio l’affinamento per periodi medio-lunghi, anche in tonneaux, per donare al vino maggior morbidezza e bevibilità. Un vino da riscoprire e valorizzare a tavola, in abbinamento con agnello, carni grigliate e alla cacciatora.
I PRODUTTORI La Tintilia del Molise Doc è disponibile anche nelle versioni Riserva e Rosé. Tra i principali produttori segnalo: Azienda Agricola Cianfagna, con le versioni di punta Sator e Pietrafitta, Cantine Cipressi con la Tintilia Macchiarossa, la Cantina di Di Majo Norante, L’Azienda Agricola Salvatore Pasquale, Azienda Catabbo e la giovane cantina Vinica a Ripalimosani di cui mi occupo nella degustazione che segue.
Vinica nasce a Ripalimosani – CB- nel 2007, è un progetto di rivalorizzazione di un territorio abbandonato ma ancora puro e incontaminato con antichissima vocazione vitivinicola.Le vigne si trovano tra 650 e 750 metri di altitudine, impianti a bassa densità con produzioni di 40/50 quintali per ettaro. Vigneti inerbiti, nessun impianto di irrigazione e privi di ogni forzatura, mantenendo la biodiversità del vigneto e dell’ecosistema circostante. Nessun utilizzo di prodotti chimici, pesticidi o erbicidi. Le uve fermentano con i propri lieviti indigeni seguendo i propri ritmi, dando così vita ad un vino che racconta il territorio.
Un abbraccio di purezza
Lame del Sorbo Tintilia del Molise Doc bio 2015
Azienda agricola Vinica – Ripalimosani (Campobasso)
Colore rubino violaceo con riflesso granato pensoso. Al profumo
e come avvicinarsi a un bouquet ossequioso di fiori croccanti, una
composizione artistica di petali di rosa, crisantemo incantato, viola
antica posati sul tavolo di una natura morta di Morandi. Nel silenzio
mormorano la mora e la malva, sostenute da un giaciglio di
carruba che le veglia con affetto tra i fumi della sera, mentre la notte
cala e il cuore si addormenta. Ora giunge il profumo di ciliegia
sotto spirito e amarena satolla, governate dal brillante e mascolino
incedere speziato di pepe e corbezzolo, tra una nuvola minerale di
terra rossa. All’assaggio e pieno ed esonda in un estratto secco rosso
concentrato con presa muscolosa. Torna il sapore speziato della carruba
che procede su un tappeto di tannini densi, stretti, rossi, che si
distendono con i minuti. E allora che il frutto minerale s’adagia alla
terra e ad essa s’abbandona in un abbraccio di purezza.
Come cibo divino
Morgia Lafesta Terre degli Osci rosso Igt bio 2015
Azienda agricola Vinica – Ripalimosani (Campobasso)
Aglianico e Tintilia, rubino impenetrabile vestito di blu. Materico.
S’avverte un flusso olfattivo esoterico di mirto, lentischio
e gambo di elicriso: questo vino al profumo ha un’anima verde
balsamica e sta alla macchia. Solo. Una prugna nera con il suo
torsolo. Ora il profumo e patinato, di cera, rooibos, terra rossa,
frutta sotto spirito con filo di cannella. Un vino che vive di una
concentrazione estrema, insondabile. Una benedizione di incenso
introduce all’assaggio fruttato di pruno selvatico, pieno. Il sorso e
ampio, crudo, caldo, veste il palato e lo colma di tannini gravidi.
Come mordere la scorza di mirtillo ribelle. Sale l’onda verde balsamica
che scorgemmo alla vista e tutta investe i sensi, abbandonandoci
su una sapida riva celeste. Torna e muta il profumo: arenaria
bagnata, salata, frana di roccia marina con la sua erba, scivolata in
mare, tra gambi di ginestra e foglie di lavanda. Di nuovo al sorso.Un mare rosso erbaceo da masticare a lungo, come cibo divino.