Le mode, le tendenze, spesso possono solamente essere degli specchietti per le allodole che mascherano interessi commerciali mascherati a loro volta da un livello qualitativo effimero e di cui francamente non sentivamo l’esigenza. Il Vino è uno di quegli ambiti in cui le mode si susseguono con varianti che vedono milioni di persone avvicinarsi per poi sposare il loro credo a favore di quella o quell’altra tendenza del momento. Non sempre però l’universo dei “trend del momento” è da considerarsi al di fuori di logiche realmente qualitative e il mondo della nostra filiera enogastronomica spesso ci regala orizzonti nuovi che aprono strade qualitative inesplorate creando quella che viene definita una vera esperienza (sensoriale in questo caso). Sperimentazione ed esplorazione, sono le due parole che possono riassumere nella maniera migliore il mondo del Vino almeno degli ultimi due decenni. Oggi, una sete inestinguibile per il nuovo, caratterizza i bevitori. Cercano con curiosità vini ottenuti da uve meno note ed al contempo storie di produttori emergenti e nuove modalità di acquisto. Sono finiti i tempi in cui si ordinavano sempre le stesse bottiglie e solo i marchi noti finivano sotto i riflettori. I trend, in questo colorato mondo in cui ci ritroviamo quotidianamente, sono cambiati spesso e alti e bassi si sono alternati durante la storia. Nel passato è stata principalmente l’aristocrazia a guidare le tendenze e le mode. Pensate all’impatto che guerre, rotte commerciali ed incidenti diplomatici potevano avere sul consumo! Al giorno d’oggi il settore del vino è più dinamico che mai, sembra cambiare di anno in anno. Soprattutto le nuove generazioni rappresentano i “trend setter” moderni, capaci di cercare e condividere i loro vini preferiti grazie alla potenza del web e dei social media. Un ruolo importante spetta inoltre a bar e ristoranti dalla gestione innovativa, che offrono sempre nuove proposte enologiche ai loro clienti. Volendo ad esempio evidenziare alcuni dei “sani” trend che hanno preso piede in quest’ambito e che stanno cambiando il mondo del Vino (e del Cibo!) fino ad influenzare le nostre “bevute” (o “mangiate”), è legato alla storia del prodotto e di chi lo produce: storie di produttori, artigiani, bevande (e pietanze), riscuotono sempre più fascino. Un crescente interesse per le specialità regionali, per piccole chicche vinicole (e gastronomiche) prodotte in limitate quantità, sta cambiando il modo in cui compriamo e consumiamo. Le persone sono tornate a comprare direttamente dalle aziende agricole (e a visitare i mercati) e, con un’attenzione maggiore su come e dove i prodotti vengono realizzati. Anche le cantine stanno vivendo questo sviluppo innovativo: sempre più persone cercano vini in grado di stimolare la loro fantasia e con una storia interessante da raccontare. Questo dona nuova linfa a tante piccole aziende indipendenti, che si propongono con decisione come alternativa in un settore dominato da grandi nomi. Non è difficile capire le motivazioni dietro a questo cambiamento: siamo annoiati dalla omogeneizzazione del vino e costose campagne di marketing non riescono ad ispirare vere emozioni e non parlano con i nostri gusti e interessi personali. Cercare il prodotto locale, la piccola eccellenza, il nuovo vitigno autoctono è di certo più stimolante. Inoltre, soprattutto nel Mondo Social, si possono seguire tanti “comunicatori” del vino, non soltanto esperti di settore e Sommelier, ma anche semplici appassionati e cultori che si firmano con il nome di #Winelover. Abbiamo appena descritto una tendenza che può essere, a ragion veduta, portata alla luce come un esempio positivo in un mondo spesso “fake”, quello virtuale e dei social, dimostrando come ogni cosa, anche l’apparentemente più effimera, può essere convogliata in un canale di positività che va a braccetto con la sostanza qualitativa. E non è poco. Rimanendo sempre nell’ambito virtual-tecnologico, dove ci viene difficile immaginare un link tra il Vino e la velocità tecnologia, emerge un altro esempio di tendenza “sana”. La vita del Vino scorre lentamente, durante molto tempo, e talvolta occorrono anni per la produzione e altrettanti anni sono richiesti anche per l’invecchiamento. Il Vino ha bisogno della sua atmosfera e dà il meglio se viene bevuto lentamente durante un pasto stimolando lunghe conversazioni. Il Vino necessita insomma della sua poesia.Tuttavia stiamo vedendo un aumento notevole dell’utilizzo di applicazioni e tecnologie per identificare nuove bottiglie e vini interessanti da provare. Sono tanti i nuovi servizi che aiutano il consumatore. Ora è possibile scoprire con facilità informazioni dettagliate sull’uva e sulla vigna, abbinamenti consigliati e migliaia di commenti e review. Non solo, esiste il nostro “vitual Sommelier” in grado di consigliare il miglior vino per ogni occasione e strumenti per cercare sconti ordinando tramite gruppi di acquisto. Una cosa che ci incuriosisce è notare come la tecnologia nel mondo della produzione stia invece procedendo col freno a mano tirato. In vigna infatti “va di moda” (altra sana tendenza) la raccolta manuale, così come l’uso di metodi di coltivazione tradizionali e, mentre i consumatori diventano più esperti grazie alla tecnologia, sembra che i produttori di vino stiano riscoprendo i valori della semplicità: e così due Mondi apparentemente opposti, s’incontrano rendendo sempre più interessante il settore ed alimentando scelte sempre più consapevoli. Questo approfondimento, dedicato soprattutto a coloro che per passione colorano ogni giorno la propria esistenza con le sfumature di un prodotto che nasce dalla terra e dalla fatica dell’Uomo, vuole essere uno strumento di riflessione, in un momento storico dove la tecnologia in generale condiziona ogni ambito dell’esistenza, per acquisire la consapevolezza che la Cultura ha radici potenziali in ogni dove e la sua acquisizione può nascere anche in ambiti mentalmente molto lontani tra di loro. A prescindere dallo strumento che si utilizza, basta saperla veicolare con la giusta finalità. La Cultura è Cultura sempre, e la “sana” tecnologia consapevole, può aprirci spesso orizzonti insperati per il raggiungimento della stessa.