Onestà e Qualità. Territorio e persone. Roberto Conterno e il suo Barolo

Se è vero quel che diceva Eschilo già 2.500 anni fa, con la massima “Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quello della mente”, è nel volto di Roberto Conterno che si specchia un intero territorio e si esalta quello che, probabilmente, è il vino più rappresentativo di tutta l’Italia: il Barolo.

Pregiato nettare che nasce nella zona delle Langhe, inserita dall’Unesco nell’elenco del “Patrimonio dell’Umanità”: un territorio che possiamo considerare come punto di riferimento indiscusso per ciò che riguarda la più alta eccellenza enologica italiana.

Ci troviamo a cavallo tra i territori delle province di Asti e di Cuneo, a confine con altre due aree enologicamente rilevanti, il Roero ed il Monferrato; qui nascono grandissimi vini, anche bianchi, ma l’Azienda Conterno ha scelto di concentrarsi su due vitigni in particolar modo: Barbera e Nebbiolo.

È agli inizi del ‘900 che Giacomo Conterno dà vita alla sua azienda vitivinicola, nel comune di Monforte d’Alba; figlio di storici viticoltori del territorio, Giacomo inizia a vinificare il Barolo e, nel ’24, produce per la prima volta la Riserva Monfortino, volendo realizzare un vino più strutturato e complesso; nel ’74 viene acquistato il primo vigneto dell’azienda: il cru “Francia”, a Serralunga d’Alba, la zona più vocata per il Barolo assieme a quella di Monforte. 

Oggi la cantina è gestita da Roberto Conterno, classe 1968, subentrato nel 1988, che la guida verso una costante crescita sia dal punto di vista degli obiettivi che degli asset. Risale, infatti, al 2018 l’acquisizione della storia cantina Nervi, famosa per la produzione del Gattinara. Un uomo, Roberto Conterno, estremamente determinato che dichiara di non avere sogni nel cassetto “perché ogni volta che c’è un’idea, questa inizia a prendere forma e diventare progetto. Se io lasciassi qualcosa nel cassetto rimarrebbe lì e nulla deve restare nel cassetto. Ora sto lavorando su un’idea di 6 anni fa, iniziata da poco e di cui attualmente stiamo vedendo un prototipo, che tra un mese sarà realtà. Inoltre, stiamo ultimando, all’interno della zona della cantina Nervi, il ristorante, che potrebbe già essere pronto ad Aprile, ma la cui apertura è prevista perMaggio/Giugno, per via del covid.

Uomo deciso e sicuro di sé, Roberto ha messo Onestà e Qualità alla base di tutto: “Questo anche per quanto riguarda i collaboratori e clienti. Noi facciamo quello che riteniamo giusto fare: il resto è una conseguenza.” Solo con questa consapevolezza e con la determinazione di chi va dritto per la propria strada, infatti, è possibile non avvertire il peso della responsabilità di essere, a detta di guide autorevoli, “quelli da battere”, i numeri uno.

Una consapevolezza frutto del territorio, certo, ma anche e soprattutto del duro lavoro. “Sicuramente viviamo in una delle zone più importanti e non solo d’Italia; tuttavia riteniamo più importante il nome Conterno: ciò che hanno fatto mio padre e mio nonno. Dietro la nostra zona, c’è il lavoro di tutti i grandi che hanno reso grande questo territorio. Le persone hanno reso tale il territorio, che è comunque di base un grande territorio”, afferma con convinzione l’imprenditore al timone della storica azienda da ormai oltre trent’anni.

Anni in cui la ricerca costante di migliorarsi, ha portato a sforzi enormi, ma ha anche segnato vette altissime, riuscendo a stabilire, molto spesso, nuovi standard a cui tendere: “Non hai idea del lavoro che c’è dietro un miglioramento che sia anche solo del 2%; ne è un esempio il progetto svolto sulla filiera dei tappi. Oggi forse una bottiglia su 100.000 puòpresentare il difetto di tappo, ma questo per un cliente è normale. Quello che facciamo lo facciamo prima di tutto per noi, perché ci crediamo.” Tutto il resto viene da sé….

Il successo, così come i risultati, eccellenti, nonostante il momento: “Noi non abbiamo la bacchetta magica: se risolviamo la crisi non è per ciò che stiamo facendo ora, ma per ciò che abbiamo negli ultimi 10 anni. Ora stiamo lavorando per quella che sarà la prossima crisi, tra 7/10 anni, perché le crisi sono cicliche. La differenza con altre crisi è che questa ha colpito il mondo, ma anche una gelata o una grandinata che ti distrugge il 100% del raccolto, per quell’azienda è una crisi. Qual è il comune denominatore di ogni crisi? L’incertezza! E quindi? Si va avanti: non sappiamo quale sarà la prossima crisi, ma già stiamo lavorando per affrontarla, con onestà e qualità.”

Valori importanti, che si sposano con la convinzione che da soli non sia possibile far nulla e, perciò, che sia necessario circondarsi delle persone giuste. “Dietro qualsiasi cosa, ci sono sempre le persone”, ripete più volte Roberto che, pre-covid, si occupava, tra le varie cose, anche di svolgere le visite in cantina. Guidare con l’esempio è da sempre il modo con cui i leader si distinguono: del resto, nulla si può lasciare al caso se si vuole essere i numeri uno!

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