Scovare e valorizzare il patrimonio vitivinicolo italiano: la missione di Helmut Köcher

0L’Eccellenza è un attitudine, l’attitudine di pochi che si sposa con il gusto per l’eleganza che fa la differenza. Tra i pochissimi che possono vantare questa specifica attitudine vi è Helmuth Köcher, un nome che significa essenzialmente due cose: Merano WineFestival e WineHunter…

Quando, nel 1992 il Merano WineFestival è nato, in Italia il “Vinitaly” era fra i pochi eventi noti al grande pubblico; successivamente sono comparsi “Eurochocolate”, nel 1993, il “Salone internazionale del gusto”, nel 1996, il “Cheese” di Bra, nel 1997, il “Triestespresso Expo”, nel 2000, Il “Bontà di Cremona”, nel 2003 e poi numerosi altri eventi. Tuttavia, l’evento ideato da Helmuth Köcher è sicuramente stato il primo in Italia e in tutta Europa, a portare avanti l’idea che la chiave vincente per i produttori vitivinicoli fosse quella dell’alta qualità.

La differenza sostanziale tra il Merano WineFestival e tutti gli altri è data dagli accurati criteri di selezione a cui tutti i vini vengono sottoposti. Anche la scelta della location rende questa manifestazione davvero unica: Merano, infatti, è una cittadina non facilmente raggiungibile, come Milano oppure Roma. Ciò, se da una parte costituisce un limite, dall’altro è la caratteristica di questa manifestazione che non vuole puntare su grandi numeri, bensì mantenere il limite logistico di massimo 6500 visitatori, per lo più esperti del settore. In questo spirito, Merano sicuramente ha una naturale predisposizione rispetto alle grandi città.

Una città impreziosita da questo evento che si svolge all’interno di un palazzo stile liberty unico nel suo genere, il Kurhaus, che, forse, fu progettato e costruito oltre 100 anni fa, proprio con l’obiettivo di organizzare un evento per vini di alta qualità… Un evento che, da ormai 30 anni, garantisce un alto livello sia dal punto di vista organizzativo che dal punto di vista dei contatti personali.

Lo stile che si ritrova nella cura dei dettagli di questa meravigliosa manifestazione, che fa della scelta delle cantine e del fitto e stimolante calendario di eventi le sue caratteristiche principali, è davvero qualcosa di unico. Ogni anno sono circa 5000 vini e 300 prodotti tipici che devono essere assaggiati e valutati; per far fronte a questo impegno, l’organizzazione si avvale di commissioni di assaggio che lavorano soprattutto in Alto Adige, ma anche nel Friuli Venezia Giulia e in Emilia Romagna. La composizione delle commissioni deve garantire la presenza di un coordinatore che abbia almeno 10 anni di professione nel settore e di almeno altri due membri giornalisti e tecnici fino ad un massimo di 5 membri.

Le aziende, per essere invitate, devono avere almeno due prodotti premiati con Wine Hunter Award, di cui uno premiato WHAward Oro. Wine Hunter Award è un premio attribuito a prodotti nazionali ed internazionali che, a seguito di un’attenta valutazione, raggiungono un punteggio minimo di 90 punti su 100. Questo riconoscimento garantisce al consumatore finale la qualità superiore del prodotto; trovarsi al cospetto di un vino premiato con il Wine Hunter Gold, invece, significa avere tra le mani un prodotto che ha conseguito un punteggio compreso tra 93 e 95.99 punti, su 100, mentre il Platinum equivale ad una valutazione da 96 a 100 punti: davvero il massimo che si possa desiderare di gustare!

Nonostante l’ultimo anno abbia impedito il normale svolgimento dell’evento, Helmut ci invita a guardare con positività al futuro, citando il condottiero argentino Che Guevara: “La durezza di questi tempi non ci deve far perdere la tenerezza dei nostri cuori”. Con questo augurio, alziamo i nostri calici per un brindisi virtuale e prepariamoci alle prossime, straordinarie, edizioni del Merano WineFestival!

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