Chi si reca in visita a Napoli spesso ci lascia il cuore. Le viuzze caratteristiche del centro storico, il linguaggio musicale, le canzoni tradizionali ad ogni angolo, l’allegria, l’energia e la giovialità che ritrovi in tutti i suoi abitanti, il mare, la vista del Vesuvio, la grande creatività al confine con la genialità. “Napule è mille culure” cantava l’indimenticabile Pino Daniele, e così è. Ma Napoli è anche e soprattutto cibo e tradizione fusi in maniera indissolubile. In questo approfondimento vogliamo mettere in risalto (senza nulla togliere ai caratteristici ristoranti e ristorantini disseminati negli angoli più belli della città) lo straordinario impatto che si ha con il cibo napoletano sotto il punto di vista più genuino e forse più bello: il meraviglioso mondo del cibo da strada! Spesso, chissà perché, lo chiamiamo “street food”: eppure il cibo di strada – quello che si mangia all’aperto, in piedi, senza posate – è legato a doppio nodo a molta della tradizione gastronomica del nostro Paese. Soprattutto al Centro-Sud, il clima rende tutto più vivibile, ma a Napoli in particolare, è la storia che ci motiva la nascita di quello che ieri era un’esigenza ed oggi invece diviene un cult. La spiegazione sta nello storico affollamento delle case: nei quartieri popolari, “in un basso (una singola stanza al piano terra di un palazzo) abitavano anche una decina di persone, quindi si mangiava fuori casa, perché, semplicemente, dentro non c’era lo spazio. Lo Street Food napoletano, o meglio Cibo di Strada napoletano, è radicato nella cultura partenopea ed è molto probabile che a Napoli, sia nato prima lo Street Food che il Ristorante! Un tempo questo cibo di strada era un vero e proprio rifornimento calorico per la popolazione napoletana ed ha saputo regalare nei tempi duri della Seconda Guerra Mondiale, pasti nutrienti e facili da trasportare, in un’epoca dove scappare da un bombardamento improvviso era la normalità e infatti non era difficile trovare agli angoli di strada piccoli chioschetti ambulanti che esponevano in bella mostra il prodotto. Ovviamente i tempi cambiano e quello che prima era igienicamente permesso, oggi diventa meno caratteristico, ma allo stesso tempo più controllato. La grande “sostanza” che regala lo street food napoletano (dobbiamo ammettere che non si tratta propriamente di cibo dietetico…) è riconducibile strettamente a quelle che erano le esigenze per le quali esso è nato: riempire le pance e sostentare il più possibile una popolazione che soffriva le brutture di una Guerra che aveva creato miseria e mancanza di sostentamento. Ma lo spirito di adattamento e l’estremo ingegno dei napoletani fece si che si creasse un “movimento” spontaneo che vide il fiorire agli angoli delle strade, di venditori di cibo della più pura tradizione partenopea perché era un modo per fare qualche soldo aiutando, con prezzi assolutamente popolari (anche oggi giorno), chi aveva bisogno di nutrirsi in tempi difficilissimi: questo cibo nasceva nelle case per poi essere “condiviso” per strada rendendolo economicamente accessibile a tutti in un periodo dove la parola lucro non era neanche pensata, quasi come una forma di rispetto verso una situazione nella quale comunque versavano tutti: la Guerra è la più maledetta forma democratica da sempre. Elencare oggi tutte le sfumature dei piatti tramandati della cucina di strada napoletana sarebbe arduo e richiederebbe molto tempo. Tuttavia e con l’acquolina in bocca, ci piace soffermarci almeno su alcuni “must” assoluti che non possono non essere menzionati. Lo street food napoletano, gode di innumerevoli prelibatezze da gustare “a volo” (caliamoci subito anche nel linguaggio…). Non possiamo non partire dall’immancabile Pizza “a Portafoglio” che chiusa in 4 parti, diventa pratica e veloce da mangiare: un modo per goderesempre della bontà di questo prodotto magico che rappresenta non solo Napoli ma l’Italia intera. Largo poi al mitico “cuoppo”: il cartoccio (che una volta era in carta di giornale, come il fish & chips inglese) a forma di cono, riempito di fritto. Il cuoppo può essere “di terra” – e in questo caso contiene arancini, zeppoline di “pasta cresciuta” (simile all’impasto della pizza), crocchè di patate, mozzarelline fritte, fiori di zucca; oppure “di mare” – con pesciolini, seppie, gamberi. Come non citare il famoso “o’ cuzzetiello” che non è altro che la parte più sfiziosa del pane cafone, l’estremità dalla consistenza croccante e dalla forma tondeggiante farcito secondo tradizione secolare con sugo di ragù e polpette. Col passare del tempo sono nate numerose varianti realizzate con gli ingredienti più disparati: zucchine, peperoni, melanzane, funghi, friarielli, patate al forno… trasformando “o’Cuzzetiello” in un nuovo scoppiettante amatissimo prodotto dello street food napoletano e non, oltre ad essere il vero emblema dello Zero-waste dove non si butta via nulla: a partire dal pane più vecchio che riprende vita e morbidezza grazie alla sugosa farcitura che viene inserita. Se la vostra passione poi sono i dolci, Napoli non vi deluderà affatto perché lo Street Food Napoletano prevede specialità, che ormai fanno parte della Pasticceria Italiana nel Mondo. Tra i più rinomati c’è sicuramente il Babà, la cui morbidezza con un tocco di Rhum saprà conquistare il vostro palato. Non dimentichiamo la Pastiera, il tipico dolce della Pasqua Napoletana, che oggi è facile trovare tutto l’anno. Oppure la Sfogliatella, il dolce simbolo di Napoli, che sa unire due gusti: croccante la “Riccia”, e morbida e friabile la “Frolla”. Come avrete capito potremmo continuare all’infinito perché se c’è qualcosa che sembra non avere mai fine, essa è rappresentata dalla varietà di interpretazione e reinterpretazione del cibo da parte dei napoletani e più ci si immerge in questo mondo sconfinato e di una prelibatezza genuina impressionante, più ci si rende conto che non si tratta solo di saziarsi, ma di entrare in un mood che non è altro che un vero e proprio stile di vita!