TONY SASA: IL “MERCANTE” DEI VINI TRA IL “SUONO” DELLE UVE E LE VIDEO PRODUZIONI DEI BORGHI INCANTATI D’ITALIA!

TONY SASA: IL “MERCANTE” DEI VINI

TRA IL “SUONO” DELLE UVE E LE VIDEO PRODUZIONI DEI BORGHI INCANTATI D’ITALIA!

Antonio “Tony” Sasa – Cavaliere al merito del lavoro della Repubblica Italiana dal 2 giugno 2024 – è un nome di peso nel panorama enogastronomico internazionale. Fiorentino d’adozione, inizia la sua carriera nel 1992 a Genova, per poi approdare negli Stati Uniti (Chicago e New York per oltre cinque anni) e dai primi 2000 fermarsi in pianta stabile nel capoluogo toscano, ove oltre a collaborare con la tenuta il Palagio a Figline Valdarno sui Colli fiorentini di Trudie Styler e il cantautore Sting, è proprietario con la moglie Laura Rissone della nota Enoteca Pontevecchio, vero e proprio crocevia di intenditori, appassionati ed esperti di vino. Nel 2001 Sasa affianca Daniel Thomases, degustatore di fama planetaria, per il quale ha fatto da commis circa un ventennio. Egli si definisce un “Wine merchant”, ovvero colui che nello specifico aiuta gli importatori a reperire etichette di alto livello che troveranno poi spazio sugli scaffali delle migliori location in patria e all’estero.

Un ruolo delicato, atto a creare sinergie costanti tra domanda e offerta, tra cantine vitivinicole e acquirenti selezionati, nonché quotato venditore di gran parte delle denominazioni italiane, dal Nord al Sud Italia, coprendo quasi tutte le Denominazioni di Origine.

L’export a carattere globale è la sua professione principale, anche se Tony Sasa è specializzato su altri due fronti di notevole interesse: la musica e le video produzioni con drone nei principali borghi del Belpaese. Nel campo “sonoro” da segnalare l’importante progetto in corso d’opera “Sound of Wine”, che sta portando avanti con uno stimato percussionista, TrilokGurtu, talento indiscusso nel panorama internazionale che ha collaborato – tra gli altri – anche con Adriano Celentano, Carlos Santana e John McLaughlin.

Di questa partnership Tony afferma: “Vogliamo dare allo spettatore 4 dimensioni diverse: visiva, uditiva, gustativa, olfattiva. Immaginate di vedere in 3 minuti l’Etna e il suo ruggito, le sue valli, il suono dei pomodori nella padella, l’armonia del Nerell, sorseggiato insieme alla pasta, l’interno della cantina dove l’acciaio riecheggia come un violino, una botte che rispecchia il suono del tom tom, e il cammino dell’uccellino che passa vicino. Tutto ciò suonato al momento, live, assaggiando il bicchiere di vino di quel territorio”.

Tony, quando prende vita il suo sodalizio con il vino?

Correva l’anno 1993 quando è partito il mio percorso enogastronomico. Parliamo di 30 anni in totale, tra ristorazione, degustazioni, marketing e commercializzazione.

Dopo gli Stati Uniti giunge l’Italia, Firenze. La lunga sosta, il quartier generale e la sua attività.

Sì, l’Enoteca Pontevecchio a Firenze è stata rilevata e impostata nel 2006, anno di nascita di nostra figlia Martina. Oggi l’enoteca è principalmente specializzata in degustazioni di prodotti di nicchia, vino, olio extra vergine ed aceti balsamici invecchiati che includono una selezione accurata di piccoli produttori agricoli italiani. Si effettuano spedizioni dei prodotti in vari paesi del mondo.

Wine Merchant, ovvero?

Il lavoro di consulenza presso le aziende vitivinicole è nato nel 2002. L’attività di Wine Merchant comprende il marketing e la commercializzazione a 360 gradi per le aziende agricole. La consulenza è finalizzata alla vendita di prodotti in Asia, Europa, USA e Canada. Lavoro in 50 paesi nel mondo tra Horeca e la grande distribuzione e considero che le relazioni personali e dirette siano fondamentali per una partnership a lungo termine. Oggi il mondo del vino sta attraversando un periodo in cui c’è meno consumo per diversi motivi, tra i giovani in primis. Per comunicare il prodotto ci dobbiamo adeguare ad un linguaggio più attuale, come quello dei canali social.

Quali sono stati i suoi mentori professionali? Ci vuole fare qualche nome?

Vorrei menzionare il giornalista Daniel Thomases, con il quale ho lavorato quasi vent’anni degustando migliaia di bottiglie all’anno presso l’Enoteca. Un’esperienza importante considerando che ho seguito la crescita di molti brand Italiani e il loro progresso enologico. Nel mio percorso professionale, e ancora oggi, continuo a prendere spunti che mi arricchiscano professionalmente. Il mondo enogastronomico è un mondo in costante progresso che include anche le origini considerando che la sostenibilità è il giusto futuro per i nostri ragazzi.

E giunge anche Il Palagio di Trudie Styler e Sting…

Esatto. Da quasi 15 anni ho una collaborazione con la Tenuta Il Palagio situata nei pressi di Figline Valdarno (Colli fiorentini). Svolgo il lavoro di commercializzazione dei prodotti aziendali all’estero e in Italia. L’attività è gestita completamente dalla Signora Trudie Styler, sia nella parte creativa sia in quella operativa. Spero che un giorno tutti avrete l’opportunità di assaggiare i vini prodotti presso la tenuta e scoprire il vero messaggio che è dentro alla bottiglia. Oggi l’Italia è diventata il primo Paese per il volume di fatturato dell’azienda e questo ci rende molto fieri.

Sasa, l’andamento di mercato secondo lei. Cosa sta succedendo a livello globale nel settore enologia e vino? Come si muove l’asticella delle esportazioni?

La situazione mondiale attuale è molto complessa. I conflitti sparsi per il mondo e il cambiamento climatico stanno sconvolgendo l’umanità e l’intera agricoltura: in primis questa situazione comporta la scarsità delle materie prime per sfamare il mondo ed un impoverimento generale dove il consumatore ha meno potere di acquisto. Il vino in questo caso è un optional… se ne può fare di meno. L’offerta è maggiore della domanda e questo crea uno squilibrio nei prezzi delle singole bottiglie. Sicuramente il suggerimento che potrei dare alle aziende prive di adeguate forze economiche e commerciali, è quella di ridimensionare la produzione al necessario, per non trovarsi con un eccesso di magazzino.

Mission personale? Cosa si prefigge da qui ai prossimi 10 anni?

La mia missione personale e principale è la mia grandissima passione di guardare il mondo dall’alto: osservare tetti e cupole di monumenti secolari che preservano questo Belpaese. Le colline docili, i mari e le montagne, i laghi e le conche dei vulcani sono solo una parte del mio repertorio “dronistico”. Da quasi un decennio effettuo video-riprese e servizi fotografici con diversi Droni a seconda dell’esigenza. Fin ad ora ho fatto diversi servizi per i Consorzi, Aziende vitivinicole ed Istituzioni.

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