Vendemmia, l’ago della bilancia

Ogni anno un rituale che si ripete. Ogni anno una sensazione in sospeso tra timore e speranza. Ogni anno l’ago della bilancia che determina il buon andamento del nostro umore e la misura del nostro rammarico. Possiamo aiutare Madre Natura con tanti accorgimenti in fase di crescita dell’acino, ma è Lei a determinare sempre il risultato finale, a decretare prima ancora che il vino diventi vino, se sarà un grande vino. Madre Natura è annualmente umorale e sa essere tanto spietata, quanto glorificatrice. Ogni anno un rituale che si ripete. Ci siamo. Settembre, un mese da segnare con l’evidenziatore e convenzionalmente considerato quello della Vendemmia, della raccolta dell’uva destinata alla produzione del vino, è appena passato e ci troviamo in un momento chiave, decisivo per le sorti di qualsiasi azienda vinicola. Le prime testimonianze della vendemmia risalgono addirittura al 10.000 a.C. nelle zone della Mezzaluna Fertile. Qui la raccolta dell’uva si inseriva in una vera e propria cerimonia religiosa di ringraziamento agli Dei per i frutti riservati dalla terra all’uomo. Nell’Antica Roma, il 19 agosto si celebrava la cosiddetta “Vinalia Rustica”: una festa in onore di Giove che dava ritualmente inizio alla vendemmia. L’uva era raccolta a mano con strumenti simili a coltelli, depositata in piccoli recipienti e poi riversata nelle “lacus vinaria”, delle vere e proprie vasche, dove veniva pigiata. Interessante il fatto che nei giorni della vendemmia tutte le altre attività erano sospese: l’intera famiglia o cerchia familiare si riuniva per dedicarsi unicamente al lavoro nei campi. Da qui il carattere sociale e conviviale di questa attività, pensata anche per unire, per festeggiare e per trascorrere del tempo insieme. Il momento della vendemmia conservò queste caratteristiche almeno fino alla metà del secolo scorso: sacralità dell’evento, spesso associato a Santi come ringraziamento per l’uva prodotta; e festività dell’evento, che diventava occasione d’incontro, di lavoro e di festa appunto, tanto che tradizione voleva che una volta terminata l’attività di raccolta, la famiglia si riunisse a cena per celebrare questa giornata. In realtà però, la vendemmia è anche molto di più, è un momento ricco di fascino e storia e per secoli, è stata una cerimonia sociale di primaria importanza, un’occasione di aggregazione e condivisione, di festa e celebrazione. Oggi, buona parte di queste valenze rituali hanno attenuato la loro forza e importanza, ma non sono andate completamente perdute. Con l’introduzione di strumenti meccanici che agevolano e favoriscono la raccolta, il momento della vendemmia ha perduto parte del suo valore festivo e conviviale anche se diverse aziende continuano a raccogliere uva nel solco di questa usanza, consapevoli dell’opportunità sociale che si nasconde dietro a questa attività. Settembre, dicevamo, è convenzionalmente considerato il mese della Vendemmia ma in realtà, diversi fattori, quali la zona di produzione, il clima o il vino che si vuole ottenere, ne influenzano il periodo d’inizio: nel nostro emisfero, ad esempio, si vendemmia da luglio fino a dicembre! Anche le modalità di raccolta dell’uva sono molto variabili: oggi, grazie agli studi degli enti specializzati e alla tecnologia in continua evoluzione, esistono diversi metodi per raccogliere l’uva in maniera altrettanto efficace rispettando la pianta e, soprattutto, l’ambiente in cui essa prolifera. Sopravvive il metodo manuale – utilizzato dai nostri nonni e oggi rimasto per la produzione di vini di elevata qualità giacché consente un maggior controllo sulla selezione dei grappoli (seppure con un elevato aumento dei costi di produzione) – cui si aggiunge il metodo meccanico ove ci si avvale di macchine vendemmiatrici che raccolgono direttamente l’uva dalle piante o di macchinari agevolatori del lavoro manuale quali, ad esempio, le forbici da potatura elettriche. Nel caso della vendemmia meccanica I costi tendenzialmente vengono ridotti ma non è del tutto esclusa una seconda fase di selezione manuale

di quanto raccolto. Le stesse tempistiche di raccolte oggi vengono programmate per garantire la massima resa del prodotto: esistono infatti le vendemmie scalari – ove si raccolgono le uve di una stessa vigna in momenti diversi – e le vendemmie tardive ove si posticipa la vendemmia al fine di far aumentare il tenore zuccherino dell’uva. Questo procedimento è molto diffuso per la produzione dei vini passiti. Se poi pensate che la vendemmia debba essere fatta solo durante il giorno vi sbagliate: si può vendemmiare anche in notturna! Che sia manuale dunque o meccanica, che avvenga di giorno o di notte a seconda del “credo” di colui che si cimenta nella raccolta degli acini, la Vendemmia rimane sempre avvolta da quel fascino di mistero e speranza che regala momenti unici in grado di cambiare la stagione per le centinaia di migliaia di realtà che in tutto il Mondo si dedicano alla cura di questo frutto che in ogni caso Madre Natura ci regala annualmente da sempre. Un ago della bilancia, dunque, in grado di dispensare sorrisi sia a colui che il Vino lo fa nascere, sia a colui che del Vino ne fa un compagno fedele di emozioni impareggiabili.

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