La 54 esima edizione di Vinitaly si è conclusa con un bilancio positivo, sviluppando la formula del “più business dentro, più eventi fuori” ribadita più volte e in svariate occasioni istituzionali dal direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani. Organizzata bene e proiettata verso la ripartenza, dopo il fermo imposto dall’emergenza sanitaria, ha persino anticipato la ProWein, la fiera di Dusseldorf che quest’anno si terrà a fine maggio e mutuato una maggiore attenzione al trade. I rappresentanti delle cantine presenti hanno unanimemente confermato la maggiore qualità dei contatti registrati, rispetto le scorse edizioni. Un Vinitaly Usa oriented. All’America la leadership nella classifica delle nazioni presenti ed il primato di creare un introito di 2,2 miliardi di dollari l’anno, impressionante dato il periodo storico. Questa edizione è da record, nonostante il totale dei mancati arrivi stimato in 5.000 defezioni, causate dalle restrizioni delle misure adottate per contenere il contagio, determinato dai nuovi focolai delle varianti omicron e la guerra. Comunque va sottolineato che la defezione delle delegazioni asiatiche e russe è stata controbilanciata da una maggiore e significativa presenza italiana ed europea. L’incidenza dei buyer stranieri infatti in rapporto al totale delle presenze degli operatori è stato impressionante e si attesta al 28%, con la cifra di 25 mila operatori stranieri provenienti da 139 Paesi su un totale di 88 mila pervenuti in fiera. A Giorgio Mercuri Amministratore Unico Farris industria agroalimentare, Presidente Fedagripesca e dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari l’occasione di testimoniare l’importanza del modello cooperativo, il valore della sostenibilità e la centralità del vino nella dieta mediterranea. Il modello cooperativo è l’unico modello d’impresa capace di permettere alle associate di intercettare al meglio le risorse finanziarie europee. Come afferma il Presidente Fedagripesca e Alleanza Cooperative Mercuri, in uno dei suoi interventi a Vinitaly, la Commissione Europea richiede di lavorare per una maggiore concentrazione dell’offerta, e un rafforzamento delle filiere. “La cooperazione rappresenta oggi quasi il 60% della produzione italiana. Oggi il mondo produttivo del vino passa attraverso le cooperative perché con questa intesa, i piccoli produttori possono vedere valorizzate le loro produzioni. Proprio perché abbiamo l’attenzione al sociale rispetto ai territori e alle persone, vogliamo non solo vendere il nostro vino ma vedere anche la storia delle nostre generazioni”. L’edizione appena conclusasi di Vinitaly vede salire sul podio più alto una cantina cooperativa che si è aggiudicata anche il premio come miglior vino bianco. Numerose cantine cooperative sono state insignite di importanti riconoscimenti. Il trofeo “Gran Vinitaly 2022-Cantina dell’anno” se lo è aggiudicato la cooperativa marchigiana Terre Cortesi Moncaro. E’la Cantina della Vernaccia a ricevere il prestigioso riconoscimento del Premio Banco Bpm per il miglior vino italiano con l’etichetta Vernaccia di Oristano Doc Riserva “Judikes” 2008. Realtà cooperativa pure il miglior vino bianco, il Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Classico Superiore “Fondiglie” 2021 di Terre Cortesi di Moncaro. Il riconoscimento per il miglior vino dolce se lo è aggiudicato la Cantina Toblino, con il Trentino Doc Vino Santo “Puro” 2000. Sono più di 150 le etichette delle cantine cooperative entrate nella prestigiosa selezione enologica di Veronafiere, la 5StarWines & Wine Without Walls. Nela selezione che si suddivide in due sezioni, una dedicata ai vini convenzionali e l’altra ai vini certificati biologici, biodinamici o prodotti da aziende con protocolli di sostenibilità, sono rientrati i vini che hanno ottenuto un punteggio di 90/100 nella degustazione alla cieca che ha anticipato le giornate del Vinitaly e che ha visto impegnati i 70 esperti della giuria internazionale scelti tra Master of Wine, Master of Sommelier, diplomati WSET, Italian Wine Ambassador e Expert certificati dalla Vinitaly International Academy, enologi e giornalisti. Per tutti i vini del palmarès è iniziata una promozione dalla prestigiosa vetrina di Vinitaly che si protrarrà per tutto l’anno e culminerà con l’onore di venire menzionati nella sesta edizione della guida ufficiale 5StarWines-the Book.
“Se siamo un paese longevo lo dobbiamo anche al vino, che va introdotto in qualità di alimento nella dieta mediterranea “. Giorgio Mercuri nei mesi scorsi ha manifestato le proprie perplessità in qualità di Presidente Alleanza Cooperative Agroalimentari, circa la scelta operata dalla Commissione Europea, di introdurre elementi nel nuovo programma di promozione, volti a discriminare le carni rosse e i trasformati, vino e alcolici; in quanto ritenuti alimenti legati ai fattori di rischio cancro e non in linea con gli obiettivi di produzione e consumo più sostenibile di cibo perseguiti dall’Europa. Inoltre le scelte della Commissione Europea vanno di fatto ad incrementare la dotazione per la promozione dei prodotti biologici, a scapito della promozione della sostenibilità e dei prodotti di qualità. Contro la demonizzazione dell’utilizzo del vino Alleanza Cooperative Agroalimentari ha organizzato il Talk “A tavola? Un bicchiere di vino” svoltesi nei padiglioni di Vinitaly con la partecipazione del ministro al Mipaaf Patuanelli, del sottosegretario alla Salute Costa, del prof. Luigi Maio Presidente OIV, Giorgio Calabrese, presidente del comitato nazionale della sicurezza alimentare del Ministero della Salute e di Luca Rigotti coordinatore settore vitivinicolo dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari. Le autorità istituzionali, insieme alla classe medica, le associazioni di categoria, in concertazione per ribadire come il vino rappresenti la nostra storia, cultura, sia identità del nostro Bel Paese. L’Italia è il primo produttore al mondo di vino in volume. Il nostro sistema agroalimentare rappresenta il 15% del PIL nazionale con oltre 522 miliardi di euro. Il corretto utilizzo di questo alimento come per altri, all’interno della nostra dieta mediterranea caratterizzata dalla varietà ed il loro alternarsi sempre nella giusta quantità, all’interno di un salutare stile di vita, determina la longevità e salubrità del nostro popolo. Ippocrate, antesignano della medicina scientifica, già 2.500 anni fa asseriva: “il vino è cosa straordinariamente appropriata all’uomo se, nella salute come nella malattia, si amministra con giudizio e giusta misura, secondo la costituzione di ciascuno” …