Ascoli Piceno è la provincia di confine tra le Marche e gli Abruzzi, la c.d “Marca sporca” per le influenze dialettali e culturali del confinante Regno delle Due Sicilie.
Ascoli è una città deliziosa, merita la passeggiata per i suoi vicoli del centro storico (le “rue” dall’influenza francese), le chiese e le torrette medievali, la miscellanea di stili di arte minore che connota ogni angolo, portone e palazzo. Ascoli, città del travertino, reso “parlante” nei secoli, da epigrafi di saggezza popolare, incise sulle architravi: motti, lazzi, frasi e proverbi, in latino o in volgare, una guida al viaggiatore che si dispiega al suo cammino. Ascoli dalle 100 torri, dal travertino che riluce d’oro il centro storico, Ascoli adagiata tra i due fiumi, Tronto e Castellana, accoglie con un sorriso il turista che s’affaccia incredulo ad ogni scorcio, irretito dai colori e dai profumi che si sprigionano dalle taverne e dalle botteghe.
Le porte cittadine, le mura e le fortezze, i ponti, le piazze custodiscono da centinaia di anni la laboriosità e la vivacità del popolo ascolano. L’artigianato, ancora diffuso, ben si concilia alla tradizione culinaria prelibata che fa delle sue olive ripiene e la crema fritta piatti noti ed apprezzati.
Il carattere ridanciano ed epicureo degli ascolani si coglie nel passeggio pomeridiano tra la Piazza del Popolo e l’attigua Piazza Arringo. È qui che pulsa la vita cittadina e si concentrano i monumenti più significativi.
Due appuntamenti contraddistinguono il calendario ascolano: in estate la festa del Patrono, S.Emidio, il 5 Agosto, concomitante con la giostra della Quintana, che si tiene la prima domenica del mese; in inverno i riti carnascialeschi che si aprono il 17 Gennaio, S.Antonio abate, e culminano nei tre giorni di grasso.
Le parole non bastano a descrivere questa incantevole città di provincia, poco nota e ben custodita dalla solerzia dei suoi cittadini, meglio programmare un lungo fine settimana e tuffarsi tra le romantiche ruette, lasciandosi guidare dai sensi.